maledetti
Contenuto premium
Nel Brasile dei generali, un centravanti sublime trasformò ogni rete in un gesto politico. La stella dell'Atletico Mineiro alzava il pugno per ricordare che la libertà non si dribbla, e in vista del Mondiale 1982 il governo attivò contro di lui una clamorosa campagna mediatica
Andrea Schianchi
14 novembre 2025 (modifica alle 13:28) - MILANO
Il centravanti che viaggia controcorrente si chiama José Reinaldo da Lima. Per tutti, soltanto Reinaldo. Stella dell'Atletico Mineiro, funambolo con il pallone tra i piedi, micidiale quando vede la porta avversaria e la trasforma in bersaglio. Ha la media di un gol ogni due partite: praticamente una sentenza. E ogni volta che la butta dentro è sempre la stessa scena: si rivolge al pubblico, alza il braccio destro e mostra il pugno chiuso. Proprio come fecero Smith & Carlos alle Olimpiadi di Messico '68. Anche Reinaldo la pensa come le Pantere Nere, è per la democrazia, per i diritti degli afro-americani, per la libertà e per l'uguaglianza. Piccolo particolare: lui vive e gioca nel Brasile della dittatura, anni Settanta.










English (US) ·