Il decreto Valditara sul consenso affettivo viene rinviato a data da destinarsi e, calendario dei lavori della Camera alla mano, il ritorno in Aula non sarà prima della fine di dicembre. Ma a tenere banco sono ancora le polemiche.
Dopo lo scontro tra il ministro dell'Istruzione e le opposizioni, a finire nel mirino è la deputata M5s Susanna Cherchi. In aula la pentastellata invita i colleghi ad avere "un po' di carità cristiana" perché Valditara "non sa quello che dice. L'unica cosa di cui è sicuramente consapevole è di non essere all'altezza. E quando una persona sa di non essere all'altezza - ha rincarato - paradossalmente diventa anche più violento". Un passaggio sottolineato dalle proteste della maggioranza soprattutto per il successivo accostamento a quanto accade alle "donne che vengono uccise dai mariti, perché i mariti sanno di non essere all'altezza di quelle donne e quindi le ammazzano".
Parole subito censurate dal presidente di turno dell'Assemblea - anche lui di M5s - Sergio Costa: "ha detto cose inopportune", l'ha redarguita togliendole la parola.
Giusto un giro di lancette dell'orologio e la deputata fa ammenda chiedendo scusa. Ma la retromarcia non impedisce la levata di scudi dei partiti della maggioranza che, invece, con l'opposizione condividono il via libera ad un emendamento che modifica il codice penale (l'articolo 609 bis) introducendo il principio di consenso libero e attuale nel contesto della violenza sessuale.
Una novità su cui il plauso è bipartisan e che porta la segretaria del Pd Elly Schlein a commentare la notizia postando sui suoi canali social una foto che la ritrae insieme alla premier Giorgia Meloni - entrambe sorridenti - ripescata dal maggio del 2023, quando le due si incontrarono a Montecitorio per parlare di riforme istituzionali: "Senza consenso è sempre violenza. Solo sì è sì! finalmente si chiarisce che ogni atto sessuale senza il consenso è stupro", scrive la leader Dem.
Parole a cui fa eco Pietro Pittalis di Fi, componente della commissione Giustizia: "È stato attuato uno strumento di contrasto verso gli abusi sessuali volto a proteggere le donne e i loro diritti e il risultato raggiunto è notevole, nonostante visioni diverse sulla tematica".
Il sodalizio tra maggioranza ed opposizione però non trova seguito nel disegno di legge Valditara. A prendere di mira le parole della pentastellata Cherchi sono tutti i partiti della maggioranza: "Incapaci di confutare le tesi della maggioranza con contenuti validi, ricorrono prima alla menzogna, poi alla mistificazione e infine all'insulto e alla diffamazione. Sarebbe questa la dignità e l'onore con cui dovremmo rappresentare il popolo italiano?", si chiede il leghista Rossano Sasso, relatore del provvedimento. Gli fa eco Grazia di Maggio di Fdi che, parafrasando proprio le parole della deputata M5s, aggiunge: "La carità cristiana invocata dalla grillina in Aula decidiamo di usarla noi nei suoi riguardi, perché le scuse tardive a poco giovano in un dibattito democratico".
E nemmeno Valditara intende considerare chiuso l'incidente. Pur chiedendo "a tutti di evitare di alzare lo scontro" - parla di "insulti infamanti" e si dice "molto amareggiato: un conto è contestare, anche duramente, il testo di una legge, ma dire che noi con questo disegno di legge indeboliremmo la lotta contro i femminicidi, anche alla luce di tutto quello che stiamo facendo e che non è mai stato fatto prima è assolutamente grave".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA

1 giorno fa
8










English (US) ·