14 ore fa
2
Lo youtuber ottiene il sì dell’ex campione dei massimi: un confronto che divide appassionati e addetti ai lavori tra curiosità, critiche e timori per l’enorme squilibrio tecnico
Collaboratore
14 novembre - 19:49 - MILANO
Alla fine Jake Paul ce l’ha fatta: il grande nome, inteso come avversario da sfidare - non per una mera esibizione - lo ha trovato, con un battage subitaneo dovuto proprio al nome dello sfidante. Anthony Joshua ha raccolto il guanto di sfida dello youtuber (ammesso che abbia ancora tempo per farlo) che per ragioni diverse aveva dovuto rinunciare ad avversari come il Campione in carica WBA dei Pesi Leggeri Gervonta Davis, che ora deve vedersela con una causa civile per presunta violenza domestica, e il peso massimo Francis Ngannou, il quale ha declinato la proposta con sdegno: "No, non succederà nulla del genere. Fondamentalmente, come possono passare da Gervonta a me? Non ha senso". Lasciando sul piatto un bel po’ di quattrini, proprio perché accompagnano una proposta ritenuta di per sé irrispettosa.
il sì
—
Dopo essere rimasta temporaneamente a bocca asciutta, ora la piattaforma “Netflix” incassa il sì di un’altra gallina dalle uova d’oro, come era stato in occasione dell’evento che aveva visto Jake Paul impegnato contro il cinquantottenne Tyson, con tanto di schiaffone da parte di quest’ultimo durante la cerimonia del peso. Lo ha preso serenamente Paul, lo sganassone, lo esigeva il battage, che alla fine ha solleticato la curiosità di un pubblico stimato in circa sessantacinque milioni di telespettatori. Quanti, fra questi, realmente appassionati di boxe? Forse si tratta di una domanda retorica; in ogni caso il punto è proprio questo ed è ovvio che ci venga naturale definirlo evento, invece che incontro.
la motivazione
—
La domanda non retorica vorremmo invece evitarla, per rispetto della boxe stessa e, forse ancora di più, del diretto interessato: perché Joshua ha accettato di sfidare Paul il prossimo 19 dicembre a Miami? Basta la motivazione di una borsa munifica e di una rentrée ritenuta “a basso rischio” per attirare su di sé tutte le accuse di mancanza di valore sportivo e di mancanza di spirito di sacrificio? L’entourage dell’ex Campione del Mondo non poteva non sapere che già soltanto l’ipotesi di un accordo avrebbe portato a un diluvio di critiche e prese di distanza, così come di pronostici irrispettosi, se vogliamo, come quello che aveva formulato già nello scorso Tyson Fury, quando aveva previsto una vittoria di Paul per KO. C’è, poi, una sorta di “bivio filosofico” tra due posizioni agli antipodi: ci sono quelli che pensano che se AJ demolisse Jake Paul in un paio di riprese la boxe recupererebbe un poco della sua credibilità, così come tanti altri ritengono che se fosse Paul a vincere avremmo la prova definitiva di ciò che alcuni già pensano, ovvero che l’epoca di Joshua sia già definitivamente tramontata. In altre parole, che AJ sia già finito.
"Jake Paul potrebbe rischiare la vita"
—
Forse, a rappresentare con la massima efficacia il sempre più vasto, con ampliamento progressivo di minuto in minuto, fronte critico a proposito del match, sono le affermazioni di David Haye, due volte Campione mondiale - da cruiser e da peso massimo -, perché il connazionale di Joshua afferma, scendendo anche nei dettagli: "Più che un duello senza senso ritengo sia un combattimento dove Jake Paul potrebbe rischiare la vita. Come un leone contro un gatto domestico. Ritengo sia improbabile che una simile differenza di valori ottenga l’approvazione del 'British Boxing Board of control', per non parlare delle commissioni di Las Vegas e New York. Fatico a credere che ad AJ sarà permesso di dare liberamente un pugno in testa a Paul senza alcuna sorta di restrizione o cautela". Ricorda un po’ i tentativi di dissuasione alla vigilia del match d’esibizione tra Apollo Creed e Ivan Drago all’inizio di “Rocky IV”. Già, ma quello era un film. Perché, questo cos’è?
English (US) ·