Dopo una settimana ad alta tensione nella maggioranza sulla manovra arriva una tregua. Almeno nei toni. Sui contenuti molto è, invece, ancora da sciogliere e Forza Italia fa capire che non mollerà la presa. Ma Antonio Tajani spende parole positive per una legge di bilancio che, riconosce, ha tenuto i conti in ordine. "Giorgetti sta facendo un buon lavoro", sottolinea. La manovra, per lui, è "positiva" ma "si può migliorare" e lo si farà "anche con il lavoro del Parlamento". Un punto sul quale concorda anche il ministro dell'Economia che pure lancia il suo monito: i cambiamenti ci possono essere ma "va mantenuta la quadratura dei conti". Del resto, osserva Giorgetti, a ogni presentazione della manovra "ci sono contenti e scontenti" ma anche se "scappo da Roma perché i ministri mi inseguono - ironizza - la gente comune chiede di tagliare la spesa pubblica".
Il cambio di passo che si registra nella maggioranza - con Salvini che oggi sceglie di non parlare - secondo i ben informati sarebbe arrivato anche dopo solleciti e interlocuzioni con mediatori di Fratelli d'Italia. Le liti tra alleati non devono essere di certo passate inosservate alla premier che, tra l'altro, si trovava all'estero e impegnata su dossier internazionali. Di qui, raccontano nella maggioranza, l'intervento di qualche mediatore per raccomandare agli alleati di non esacerbare i toni pur nella consapevolezza che, di qui in avanti, si dovrà anche fare i conti con 18 mesi di campagna elettorale. Per siglare la tregua e per coordinare meglio l'approdo della legge di bilancio in Parlamento non è comunque escluso che ci possa essere un chiarimento tra i leader nei prossimi giorni. Intanto martedì è fissato un Consiglio dei ministri sulla sicurezza sul lavoro che sarà occasione anche di un faccia a faccia tra i big della maggioranza.
Restano comunque sul tappeto molte questioni. Certamente quella delle banche con Tajani che ribadisce la richiesta di modifiche e sottolinea che gli istituiti di credito "non sono mucche da mungere". "Nessuno nel centrodestra pensa che lo siano", è la replica del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Che va all'attacco: "Ricordo a Tajani che nel vertice che abbiamo fatto lui ha condiviso ogni provvedimento che abbiamo deciso". "E' un po' Pinocchio ma lo perdono", replica con ironia Tajani. Nel mirino degli azzurri resta ancora anche la nuova imposta sui dividendi che, però, conti alla mano, porta in dote alla manovra 1 miliardo l'anno. Ma "è' chiaro che i saldi di bilancio non possono essere toccati", ricorda il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. E ogni modifica dovrà passare da lì.
Se sugli affitti brevi la partita, in questo senso, sembra più semplice, visto che la norma quota solo 100 milioni, altro è il discorso dei tagli ai ministeri, una delle voci più importanti di finanziamento della legge di bilancio. La stretta sui fondi per il cinema - accusa la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni - è "un errore da recuperare". E "con Giuli siamo alla ricerca di fondi in altri capitoli". La sottosegretaria leghista chiama, tra l'altro, in causa l'opposizione invitandola a "una battaglia parlamentare comune" per ridurre la stretta al settore. A chiedere modifiche, intanto, è anche Confindustria indicando tre "punti fondamentali" da ritoccare: oltre ai dividendi anche la restrizione delle regole di compensazione dei crediti d'imposta e la mancata proroga delle regole di funzionamento per il fondo di garanzia per le Pmi. Le opposizioni restano sulle barricate. Elly Schlein attacca una legge di bilancio a "zero crescita" mentre Giuseppe Conte battibecca con Forza Italia. "Tajani - accusa il leader pentastellato - dice che le banche non sono mucche da mungere? Per loro lo sono i cittadini...". Per Avs la manovra è "austera e piena di spese militari". Mentre Riccardo Magi rilancia l'ipotesi di affrontare la crisi degli alloggi: "abbattendo le tasse sugli affitti lunghi". Un governo "così sfrantumato non si era mai visto", osserva Renzi.
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