Draghi: 'Europa sotto attacco, unica via un federalismo pragmatico'

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"Non in ossequio a un sogno ma per necessità, il futuro dell'Europa deve essere un percorso verso il federalismo. Ma, per quanto desiderabile sia una vera federazione, essa richiederebbe condizioni politiche che oggi non esistono. Un nuovo federalismo pragmatico è quindi l'unica strada percorribile. Un federalismo basato su temi specifici, flessibile e capace di agire al di fuori dei meccanismi più lenti del processo decisionale dell'Ue. Sarebbe costruito da "coalizioni di volenterosi" attorno a interessi strategici condivisi". Lo ha detto Mario Draghi, ricevendo a Oviedo il Premio Princesa de Astrurias.

"Immaginate paesi con settori tecnologici forti che concordano su un regime comune che consenta alle loro imprese di crescere rapidamente. Nazioni con industrie della difesa avanzate che uniscono ricerca e sviluppo e finanziano appalti congiunti. Leader industriali che co-investono in settori critici come i semiconduttori, o in infrastrutture di rete che riducono i costi energetici. Questo federalismo pragmatico permetterebbe a chi ha maggiore ambizione di agire con la velocità, la scala e l'intensità delle altre potenze globali. E, fatto altrettanto importante, potrebbe contribuire a rinnovare lo slancio democratico dell'Europa stessa", ha sottolineato Draghi. "Perché - ha spiegato - aderire richiederebbe ai governi nazionali di ottenere il sostegno democratico per obiettivi condivisi specifici, diventando così una costruzione dal basso di uno scopo comune, non un'imposizione dall'alto. Tutti coloro che vogliono unirsi potrebbero farlo, mentre chi cerca di bloccare i progressi non potrebbe più trattenere gli altri. In breve, offre una visione piena di fiducia dell'Europa e una in cui i cittadini possono credere. Un'Europa in cui i giovani vedono il loro futuro. Un'Europa che rifiuta di essere calpestata. Un'Europa che agisce non per paura del declino, ma per orgoglio di ciò che può ancora realizzare. Dobbiamo offrire questa visione se vogliamo che l'Europa si rinnovi. E sono fiducioso che possiamo farlo".

"Oggi la prospettiva per l'Europa è tra le più difficili che io ricordi. Quasi ogni principio su cui si fonda l'Unione è sotto attacco. Il mondo intorno a noi è cambiato radicalmente, e l'Europa fatica a rispondere." Lo ha detto Mario Draghi..  "Abbiamo costruito la nostra prosperità sull'apertura e sul multilateralismo: ora affrontiamo protezionismo e azioni unilaterali. Abbiamo creduto che la diplomazia potesse essere la base della nostra sicurezza: ora assistiamo al ritorno della potenza militare come strumento per affermare i propri interessi. Abbiamo promesso leadership nella responsabilità climatica: ora vediamo altri ritirarsi mentre noi sosteniamo costi crescenti", ha sottolineato Draghi osservando: "dopo la grande crisi finanziaria e quella del debito sovrano, la Bce, anche grazie al suo mandato europeo, si è evoluta in un'istituzione più federale: è stata anche avviata l'unione bancaria. Ma da allora, le nostre sfide sono diventate sempre più complesse e ora richiedono un'azione comune da parte degli Stati membri. Da molti anni non abbiamo modificato la nostra governance. Oggi siamo una confederazione europea che semplicemente non riesce a far fronte a tali esigenze. Questo lascia responsabilità a livello nazionale che non possono più essere gestite efficacemente. E anche se volessimo trasferire più poteri all'Europa, questo modello non ci offre la legittimità democratica per farlo", ha sottolineato l'ex presidente della Bce, autore del rapporto sulla competitività per l'Ue.
   

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