Il tecnico del Napoli a stretto contatto con Stellini e Oriali che dirigono le sedute per lui a Castel Volturno
E vabbè, tanto in remoto ormai lavorano ovunque: e c’è chi procede con il pc e chi si arrangia con l’Iphone. È la nuova frontiera del lavoro online, nel calcio un inedito (o quasi) che Antonio Conte ha scelto di sperimentare: s’è preso tre giorni di permesso, d’accordo con il club, e sta seguendo da Torino, che sta a 859 chilometri ma è come se fosse dietro al monitor o magari al di là della panchina. E non c’è neppure bisogno del cappellino per ripararsi dal freddo. Basta e avanza essere moderni, tecnologicamente evoluti o anche no: una telefonata al suo vice Stellini prima della seduta pomeridiana e un’altra dopo, come si fa con i medicinali; un’altra a precedere quella pomeridiana e una per sapere com’è andata anche la visita ai calciatori ai pazienti della Pediatria dell’azienda Ospedaliera Universitaria Federico II: è cambiato lo scenario ma la doppia seduta resta lì, fedele nelle soste. Poi c’è Lele Oriali, club manager ma anche l’amico di sempre di Conte, la controvoce della sua coscienza, magari confessore di queste giornate piene di tutto e anche di niente, la pace cercata, la scappatoia antistress, l’insolita scelta di starsene un po’ in disparte, al di là del ventilatore che da Bologna ha sparato un po’ di cose che ancora si agitano nell’aria in una città che si è interrogata e non ha mica smesso, volendo capire cosa sia realmente accaduto e perché tutto questo baccano a due punti dal primo posto e con la Champions League che certo non sta negando l’accesso al turno successivo.
sosta turbolenta
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Però la tormenta pare essere passata, dunque pure il tormento, ed ormai è venerdì, un’altra giornata senza Conte, poi verrà il weekend, la sosta vera per chi è rimasto e lunedì sarà tutto come prima (?): qualcosa si dovranno pur dire ma può darsi anche che si eviti, non essendoci poi tutti quanti. Per chiudere e passare avanti, dunque alla prossima settimana, una partitina con la Primavera, una di quelle sfide che una volta si chiamano sfide in famiglia. Un po’ turbolenta, in questi giorni.










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