Gli errori dal dischetto in Serie A sono in crescita. Il portiere del Napoli l’unico ad aver parato 2 penalty
Il Napoli capolista e il Milan che insegue sono lassù anche grazie ai rigori: facile pensare a quelli segnati, la realtà esalta i portieri e le loro parate. Conte ha festeggiato più con Milinkovic-Savic che con Lukaku o De Bruyne (che dal dischetto è pure finito ko). I rossoneri di Allegri si sono arrampicati al secondo posto della classifica grazie ai voli dell’ “Aquila Magica” (o alle braccia del polpo) Mike Maignan. Il portiere del Napoli ha fermato dal dischetto prima Camarda contro il Lecce e poi Morata con il Como, permettendo la vittoria sui giallorossi e il pareggio senza gol contro Fabregas. Maignan si è opposto a Dybala, conservando il gol della vittoria rossonera sulla Roma. Paulo, come De Bruyne, si fa male calciando: chi avrà coraggio d’ora in poi a presentarsi dagli undici metri?
battitori
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Il vero rischio, più che finire in infermeria, è sbattere sul portiere avversario: dei 29 rigori calciati quest’anno, sei sono stati respinti. Merito anche di Carnesecchi dell’Atalanta, opposto con successo a Zapata, e poi al giapponese Suzuki per la parata su Cornet del Genoa e a Montipò del Verona per aver ipnotizzato Pinamonti del Sassuolo. Di Gregorio, portiere bianconero, non ha avuto bisogno di volare sulla battuta di Pulisic in Juve-Milan: il quasi infallibile Christian aveva alzato sopra la traversa. Bravi dunque i portieri, ma non perfetti neppure i battitori scelti. I rigori sbagliati, infatti, crescono: sono stati il 22,5% nel 21-22, la percentuale è poi scesa fino a risalire al 24,1% di quest’anno. Per sostituire l’infortunato Pulisic (ko in nazionale, i rigori stavolta non c’entrano) Allegri aveva scelto Leao, al suo primo penalty rossonero. E se contro la Fiorentina non ci fosse stato Rafa sarebbe toccato a Fofana, un mediano di sostanza. I tiratori si stanno estinguendo, resistono solo rari esemplari. Nelle ultime cinque stagioni di Serie A sono stati calciati 515 rigori, con un totale di 399 centri e 116 errori. Il migliore è l’interista Calhanoglu: venti battute e 19 gol. Stesso score di Berardi con il Sassuolo. Di poco sotto Dybala a quota 16 gol in 18 tentativi. Scorrendo la classifica ecco l’ex Lazio Immobile, ora al Bologna, con 15 reti in altre 18 battute. E poi Vlahovic: 14 sì, e 4 no.
decisivi
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Il pararigori per eccellenza è il già citato Milinkovic-Savic. Ha affrontato 30 penalty con 7 parate tra Napoli e quando vestiva la maglia granata del Toro. Seguono Skorupski (5 interventi decisivi in 28 occasioni), Montipò (altrettante 5 parate in soli 13 uno contro uno dal dischetto) e Meret: cinque intercetti in 11 tentativi, praticamente un rigore parato su due. L’ex juventino Szczesny a 4 parate in dodici rigori affrontati chiude la top five. Maignan è fermo a quota tre parate in campionato ma il tris di due sere fa ha permesso che si riparlasse di lui come Magic Mike: nel corso dei campionati ha fermato Berardi, Kean e per ultimo il romanista Dybala. I giallorossi di Gasperini vantano anche il poco invidiabile primato dei tre rigori falliti in una sola serata di Europa League: due con Dovbyk e uno con Soulé.
polpo
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I rigori sbagliati crescono. Non ci sono più i cannonieri di una volta o i portieri studiano e si fanno trovare preparati? Un po’ tutto. Di certo l’errore dell’attaccante fa ancora rumore e la parata è sempre esaltata. Non è da tutti per esempio ricevere il pubblico omaggio di Modric, Pallone d’oro 2018. Più che a un’aquila magica, come Maignan è ribattezzato, Luka ha paragonato il compagno rossonero a un polpo: è come se Mike avesse otto braccia. Con due di queste ha salvato la vittoria rossonera contro la Roma, afferrando il rigore di Dybala. San Siro ha esultato come a un gol, con tanto di sollecitazione dello speaker a gridare forte il nome del portiere. Il contributo di Maignan è in effetti stato equivalente a quello di Pavlovic, bomber della serata super di San Siro contro la Roma. La parata salva partita è stata speciale anche per Mike, a cui non succedeva di intercettare un rigore da oltre un anno. In mezzo è tornato a studiare con maestri d’eccezione, come Allegri e soprattutto il preparatore Claudio Filippi, a cui lo stesso Max ha riconosciuto i meriti esclusivi del rendimento di Maignan.


            







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