Sarà Antonio Decaro, l'ingegnere 55enne "orgoglioso delle sua fragilità", il successore del presidente "gladiatore" Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia che dopo 20 anni resta al centrosinistra.
"Un risultato straordinario", ha commentato a caldo Decaro assicurando che non ambisce a guidare il Partito democratico: "Ha già un segretario che si chiama Elly Schlein - ha risposto ai cronisti che lo incalzavano - ora sarò il presidente della Regione Puglia, il presidente dei pugliesi".
Con oltre metà delle 4032 sezioni scrutinate, il candidato del campo largo registra circa il 65% delle preferenze contro il 34% del 70enne imprenditore Luigi Lobuono, sostenuto dal centrodestra in una battaglia che lo ha visto sfavorito sin dall'inizio. Non è stato facile per la sua coalizione individuare una figura disponibile a scontrarsi con Decaro, mister preferenze alle ultime europee con circa mezzo milione di voti, e sindaco di Bari per due legislature.
Poi, forse troppo tardi, la decisione è ricaduta su di lui che non ha avuto difficoltà ad ammettere la sconfitta: un paio di ore dopo la chiusura delle urne ha chiamato Decaro per complimentarsi. "Collaborerò - ha promesso - ma non farò sconti".
Il neo governatore non ha nascosto di sentire il peso della responsabilità: "Stasera festeggio ma da domani mi metterò a lavorare perché devo meritare la fiducia di chi mi ha votato e recuperare quella di chi non è andato a votare. In queste elezioni a livello nazionale c'è un dato negativo: l'astensionismo", ha evidenziato, "e se i cittadini non si interessano alla politica è perché la politica non si interessa a loro".
La coalizione progressista che ha soffiato nelle vele di una vittoria annunciata è composta da sei liste: tre partiti, Pd, Avs e M5s; e tre civiche, Decaro Presidente, Per la Puglia e Avanti Popolari. L'astensionismo è stato l'ombra su queste elezioni: meno della metà dei 3,5 milioni dei pugliesi aventi diritto sono andati alle urne. E nel Foggiano, terra del leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte, si è registrata l'affluenza più bassa: il 38,61% contro il 52,78% di cinque anni. Nelle elezioni del 2020, quando i pentastellati si presentarono con un proprio candidato presidente, sfiorarono a livello regionale il 10%. Questa volta, con lo spoglio ancora in corso, sarebbero di poco sopra il 7,50%.
"Oggi è un giorno felice per la Puglia, anche se è normale per me avere un po' di malinconia", ha detto il governatore uscente Michele Emiliano, sulla cui candidatura a consigliere regionale Decaro ha posto il veto. A scrutinio ancora in corso, il Pd, con circa il 26%, resta il primo partito nella regione, seguito da FdI (18%). Seconda nella coalizione di centrosinistra è la civica Decaro Presidente che conquisterebbe circa il 13%. Avs, invece, che beneficia dell'effetto traino dell'ex governatore pugliese Nichi Vendola, supererebbe il 4%, soglia che le garantirebbe l'ingresso in Consiglio. Gli altri due candidati presidenti, Ada Donno di Puglia Pacifista e popolare, e Sabino Mangano di Alleanza civica per la Puglia, non raggiungono neppure l'1%.
Analizzando la sconfitta, Lobuono ha detto che avrebbe avuto bisogno di più tempo: "Trentacinque giorni sono pochissimi per girare la Puglia. Avrei avuto bisogno di due o tre mesi di tempo per visitarla tutta". Lo ha fatto invece Decaro "incontrando persone che lo hanno fatto innamorare ancora di più di questa terra", ha evidenziato il vincitore che poi, rivendicando il suo modo di essere, ha spiegato che "non so fare politica tirando pugni, non salirò su un ring, non sono un superuomo. In questa campagna elettorale ho anche pianto e ne sono orgoglioso".
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