Porsche 911 GT3: 1 cambio gomme, 3 secondi in meno al giro

12 ore fa 1

All’Autodromo di Imola, l’Officina Gazzetta Motori mette alla prova la Porsche 911 GT3: via le P Zero R, dentro le P Zero Trofeo RS. Il risultato? Tre secondi in meno sul giro e un carattere da vera arma da pista. Tutti i dettagli dell’operazione di manutenzione

Riccardo Piergentili

29 ottobre - 11:09 - IMOLA

In un mondo in cui anche le supercar si piegano all’ibrido, la Porsche 911 GT3 resta un’eccezione. Niente turbine, niente batterie: solo un sei cilindri boxer posteriore, 510 cavalli e una colonna sonora da 9.000 giri/min. È la sportiva che ti fa sudare, vibrare e sorridere. E a Imola, per una volta, non è il pilota a cambiare: sono le gomme. L’esperimento dell’Officina Gazzetta Motori è semplice e spietato: togliere le Pirelli P Zero R, gomme da strada con ambizioni sportive, e montare le P Zero Trofeo RS, pneumatici da pista omologati per l’asfalto quotidiano. Il test ha un obiettivo preciso: capire quanto conti davvero la scarpa giusta, quando si parla di prestazioni pure. La risposta arriverà in 1’55”1.

1P Zero R: gentili, equilibrate, educatamente veloci

—  

Le P Zero R sono gomme che fanno di tutto un po’: garantiscono comfort su strada, silenziosità (grazie al materiale fonoassorbente interno) e una buona tenuta in curva anche a freddo. Misure da supercar (255/35 R20 davanti, 315/30 R21 dietro) ma con un’anima equilibrata. L’anteriore più cedevole aiuta una vettura con poco peso davanti come la 911 GT3, mentre il posteriore, più rigido, regge il boxer a sbalzo. In pista, però, l’equilibrio diventa educazione: l’auto scivola dolcemente, avverte, accompagna. È una GT3 che danza, ma non graffia. Il cronometro parla chiaro: 1’58”2 a Imola. Tempo rispettabile, ma non da leggenda. E per un’auto nata per far girare la testa, tre secondi di troppo sono un’eternità.

2Il rito del monodado

—  

Per cambiare le gomme a una GT3 serve più precisione che forza. Niente bulloni, ma un unico monodado per ruota, proprio come in Formula 1. Serve una chiave dinamometrica capace di sopportare fino a 600 Nm di coppia, il triplo rispetto a una normale auto sportiva. Con l’auto sollevata, si smontano i cerchi con la pistola pneumatica, si avvita il dado a mano per qualche filetto, poi entra in gioco la dinamometrica. Ogni “click” è un piccolo giuramento meccanico. È il momento in cui la teoria diventa pratica e la GT3 torna sulle sue ruote, pronta a ruggire con le nuove Pirelli P Zero Trofeo RS: gomme nate per la pista, ma con la targa appesa dietro.

3Tre secondi in meno, un mondo di differenza

—  

Le P Zero Trofeo RS non amano le esitazioni. Vanno scaldate, rispettate e tenute tra 2.2 e 2.4 bar a caldo, pena lo scivolamento. Ma quando entrano in temperatura, la GT3 cambia carattere: lo sterzo si fa più diretto, il retrotreno diventa granitico e ogni curva diventa un esercizio di sensibilità. Risultato? Tre secondi netti in meno rispetto alle P Zero R: 1’55”1 contro 1’58”2. Tre secondi che in pista significano mondi. Con queste gomme, la GT3 non è più una sportiva civile: è un’arma affilata. Il grip è devastante, ma anche le reazioni. Dove prima la macchina scivolava, ora incide. Dove concedeva, ora pretende. Serve precisione con freno e acceleratore, e una certa umiltà: perché con così tanto grip, gli errori non si “sentono”, si pagano.

4L’officina, la pista e l’ordine delle cose

—  

A fine giornata, le gomme sono calde, l’aria profuma di benzina e Imola rimbomba di scarichi. Si ripongono le chiavi, si abbassa il sollevatore, si controlla che tutto sia al suo posto. Perché un’officina ordinata è sinonimo di lavoro ben fatto, anche quando il lavoro odora di asfalto e adrenalina. Il test chiude con una certezza: non serve cambiare motore per cambiare carattere. Bastano quattro gomme giuste. Con le Trofeo RS, la GT3 si trasforma in una macchina che non perdona, ma regala emozioni pure. Tre secondi in meno sul cronometro e un sorriso in più sotto il casco. È il genere di progresso che non si misura in cavalli, ma in battiti.

Leggi l’intero articolo