Valter Perlino, originario di Pinerolo, ha spiegato che gli alpinisti sono stati sorpresi nella notte mentre dormivano in tenda
Patrizia Chimera
4 novembre - 18:51 - MILANO
Valter Perlino è l’alpinista italiano sopravvissuto alla tragedia avvenuta in Nepal, nella quale hanno perso la vita tre connazionali. Faceva parte della spedizione diretta sul monte Pambari, una vetta di 6.887 metri dell’Himalaya nepalese, insieme a Stefano Farronato, tecnico forestale di Bassano del Grappa, e Alessandro Caputo, maestro di sci a St. Moritz. Per due giorni Perlino ha partecipato alle ricerche, sperando di ritrovare i due compagni in vita. Purtroppo non è stato così. È stato proprio lui a raccontare come sono stati rinvenuti i loro corpi.
Nepal, ritrovati i dispersi: il racconto del sopravvissuto
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"Abbiamo terminato da poco le ricerche, con il ritrovamento e il recupero dei corpi di Farronato e Caputo. Li abbiamo trovati", ha detto per primo Valter Perlino, annunciando che i compagni di spedizione non ce l’avevano fatta. "Dormivano in tenda e sono stati sepolti sotto due metri e mezzo di neve compatta. È accaduto nella notte tra giovedì e venerdì. Mentre dormivano, assurdo", ha aggiunto il pinerolese, che per due giorni ha continuato le ricerche pur sapendo che le possibilità di ritrovarli vivi erano minime, visto l’enorme quantitativo di neve caduta in quei giorni.
La tragedia in Nepal: Valter Perlino salvo per miracolo
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"Eravamo insieme al Campo 2, a 5.800 metri, e stavamo salendo verso il Campo 3, a 6.300 metri", ha spiegato Perlino. È vivo per miracolo: "Credo di aver avuto una trombosi venosa al piede sinistro, così abbiamo deciso di scendere tutti, con l’accordo di raggiungere il campo base a 4.800 metri. Ma qui è tutto coperto di neve. Non siamo degli sprovveduti: la nevicata ci ha sorpreso due giorni prima del previsto".
A causa del malore, Valter è partito prima, mentre i compagni si sono fermati a smontare il campo. "Non so perché, forse per stanchezza hanno deciso di fermarsi al Campo 1. La sera di lunedì 27 ci ha sorpreso l’inizio della nevicata, durata sei giorni. Sapevamo sarebbe arrivata, ma è giunta con due giorni d’anticipo. Io ero già al campo base, loro al Campo 1. Siamo rimasti in contatto fino a giovedì 30 sera, poi più nulla". Quando li ha lasciati, stavano bene: "Avevano gas e viveri. Non so cosa sia successo. Avevo lanciato l’SOS già mercoledì 29, quando ormai era evidente che muoversi sarebbe stato impossibile per tutti: erano scesi due metri di neve".
Da venerdì 31 ottobre il silenzio totale. Durante le ricerche, racconta, nessuno si è risparmiato: "Tutti hanno dato il massimo e il riposo è stato poco. Non è stato affatto semplice". E conclude con amarezza: "Perdiamo due alpinisti esperti".










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