Il tecnico al primo giorno a Prato dello Stelvio: "Dobbiamo stare in campo sempre senza paura"
Per una volta, il capitano ha ceduto il palcoscenico. Duvan Zapata rimane dietro le quinte, sul campo secondario, insieme al preparatore atletico Enrico Busolin, semi nascosto dai tabelloni pubblicitari. Il centravantone del Toro segue alla lettera il piano di recupero: è il momento di spingere, sperando di ricevere il via libera al rientro in gruppo entro fine mese. A Prato allo Stelvio i tifosi cominciano ad aumentare: una cinquantina di maglie granata colorano lo Sportzentrum Prad. Ciak, si gira. Ieri prima giornata di allenamento ai piedi di sua maestà lo Stelvio. E allora, per chi sono gli occhi? Tutti per Baroni, l’allenatore del nuovo corso che tiene fede a un carattere schivo e riservato: poche parole, senza mai alzare la voce. Tante indicazioni tecniche, nessuna di quelle battute che avrebbero riempito i taccuini dei cronisti. Ma nel giorno numero uno del ritiro (doppia seduta), qualcosa che merita di essere raccontato c’è.
La regola
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Il primo ciak non si può considerare una rivoluzione, ma si inserisce nel filone delle metodologie moderne di allenamento. La “nouvelle vague” delle tabelle di lavoro non prevede più un avvio di ritiro con dosi massacranti di corsa, ed è così ormai da tempo. Baroni non fa eccezione, e quando ieri mattina alle 10 la squadra è arrivata sul campo il protagonista è diventato subito il pallone. Ventidue calciatori convocati sul terreno principale, dentro anche due portieri. Tutti gli altri restano sui due campi periferici con i preparatori. La tattica è la regina sin dal primo battito della nuova stagione. Baroni “si immerge” in mezzo ai calciatori, lì nel mezzo senza nemmeno il fischietto. Basta un filo di voce, alle volte anche un sussurro, talmente lieve da ascoltarsi con fatica dalla tribuna. Tono pacato, grande equilibrio nei modi che aiuta a trasmettere serenità al gruppo. Un concetto, però, Baroni lo fissa sin dal primo giorno ed è facilmente identificabile. "Quando giochiamo, quando impostiamo l’azione, guardiamo sempre in avanti", e in questa frase così apparentemente semplice c’è la sintesi di una visione di calcio complessa, che propende verso il gioco offensivo.
A petto in fuori
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Il resto è tattica, tantissima. Poi (anche) le prime ripetute sui mille, con Pedersen e Dembélé smaglianti, tonici pure Vlasic, Gineitis ed Ilic. Prime sfumature di formazione (modulo 4-2-3-1), qualche indicazione che potrà essere una traccia per la stagione. In difesa ruotano Maripan, Coco, Ismajli e Walukiewicz per i due posti da centrali; è staffetta sulla destra tra Lazaro e Pedersen. E qualche principio di gioco che comincia a essere chiaro, come la ricerca delle fasce e della giocata in verticale. Richiede una personalità grande così, Marco Baroni. Che, a un certo punto, ferma il gioco e lo dice apertamente: «Noi dobbiamo giocare sempre senza paura». Toro a petto in fuori, è il primo insegnamento. E Zapata? Dopo la doccia, torna a essere il re: per la sessione di autografi, sono tutti per lui.