L'ex preparatore non ha dubbi: "Modric al Milan andrà gestito, ma stupirà anche Allegri"

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Giovanni Mauri ha allenato il fuoriclasse croato per cinque anni al Real Madrid di Ancelotti: "Lo chiamavamo 'il professore'"

Lorenzo Cascini

16 luglio - 20:40 - MILANO

Le domande sono lecite. “Come si gestisce un quarantenne?”. E ancora “Modric quante partite ha nelle gambe?”. Difficile dirlo. Chi lo conosce e lo ha allenato ha però le idee un po’ più chiare. L’obiettivo è far adattare un campione così a un campionato diverso. La sua carriera è una galleria di grandi partite, di storie pazzesche - 15 anni al Real Madrid - di trionfi condivisi (6 Champions League, solo per fare un esempio) e di passerelle personali, come la conquista del Pallone d’Oro. Ma uno così, che gioca con la testa prima ancora che con i piedi, che ‘pensa calcio’ come si dice in gergo, è ancora in grado di poter dare tantissimo. “Ha dei parametri molto alti. Fisicamente sembra abbia dieci anni in meno”. 

Il professore

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Il racconto è affidato a Giovanni Mauri, preparatore atletico per una vita al fianco di Ancelotti. Parma, Milan, Chelsea, Psg, Real, Bayern: sono stati insieme dal 1996 al 1998 e poi dal 2001 al 2017. Il Real è stato il punto d’incontro con il fuoriclasse croato, che Mauri ha avuto per cinque anni. Appena gliene parli tira fuori una diapositiva dopo l’altra, in sequenza. “In spogliatoio lo chiamavamo ‘il professore’. Era, appunto, il primo della classe. Un leader in tutto e per tutto. E come correva…”. Poi lo sguardo volge al presente. “Non è più un ragazzino, andrà gestito. Bisognerà salvaguardarne la forza, farlo correre meno. Ma fidatevi, stupirà anche Allegri. È uno che si mette in testa un obiettivo lo raggiunge”. 

Trenta partite

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Quindi proviamo a rispondere alla domanda iniziale: come si gestisce un quarantenne? Mauri non ha dubbi. “Ho gestito anche il fine carriera di Maldini, pure lui andava per i quaranta. Il calcio è uno sport usurante, si perde forza, si gioca tanto. Forse troppo. Sicuramente per Modric non avere le coppe sarà un fattore. Se me lo chiede però le dico che ha almeno trenta partite nelle gambe, se sta bene forse di più”. Poi la gestione. “Deve essere personalizzata. Io non devo insegnare il mestiere a nessuno, però lo gestirei così. Lavori ad hoc, meno forza e tanta intensità più che volumi di lavoro”. 

Obiettivi

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L’obiettivo sarà quindi quello di farlo rendere al meglio, senza spremerlo. “Bisognerà concentrarsi sul benessere dell’atleta”. Poi ci penserà lui a far correre il pallone. Ma questo il Milan l’ha messo in conto. Nella storia sono tanti i campioni che sono passati da Milanello - anche in età avanzata - e che poi hanno reso bene. “Individualizzeranno il lavoro. Allegri sa come si gestiscono i grandi giocatori, saprà farlo anche con Luka”. 

Secondo tempo

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Mauri ha avuto Modric dai 27 ai 33 anni, dunque nel pieno della carriera. “Sa cosa rendeva spettacolare il centrocampo del Real? L’atletismo. Erano spaziali. Sia Luka che Kross, Casemiro e così via. L’ho seguito in questi anni e ho visto che nei secondi tempi rende meglio, è più dinamico e più lucido”. Prima di salutarci, Giovanni tira fuori un paio di cartoline sul Milan, gruppo con cui ha vinto tutto dal 2001 al 2009. “Dopo un paio d’anni andavano da soli. Era uno spogliatoio in cui i ragazzi si stimolavano a vicenda e ognuno aveva una qualità in cui spiccava. Shevchenko era una macchina, Inzaghi aveva una resistenza unica. E poi Maldini, Pirlo e tutti gli altri. Stessa cosa al Chelsea e al Real. Uno che ricordo con piacere è Lampard, spostava gli equilibri e cambiava completamente quando c’era o meno. Anche in allenamento. Vedrete che al Milan Modric sarà così: uno che sposta”.

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