Il Parlamento Ue ha approvato con procedura d’urgenza la modifica al calcolo delle emissioni massime concesse ad ogni costruttore: l’unica strada concessa finora per evitare sanzioni era tagliare la produzione di vetture tradizionali a favore delle elettriche
Gianluigi Giannetti
8 maggio - 14:15 - MILANO
Un provvedimento adottato con procedura d’urgenza, ma nello stesso tempo con un ritardo giudicato tanto clamoroso da mettere a rischio la possibilità di acquistare vetture con motore a combustione. Con 458 voti a favore, 101 contrari e 14 astensioni, nella seduta plenaria dell'8 maggio il Parlamento europeo ha approvato una modifica sostanziale alle norme che limitano le emissioni di CO2 per le nuove autovetture immatricolate nell’Unione europea. I costruttori ottengono di fatto una dilazione, la possibilità cioè di rispettare gli obblighi previsti per gli anni 2025, 2026 e 2027 basandosi sulla media delle emissioni prodotte durante l’intero triennio, non più su rigida base annuale. Questo evidentemente apre ad una programmazione a più lunga scadenza, ma soprattutto offre alle aziende la capacità di gestire gli eventuali superamenti dei limiti in modo progressivo, limitando al massimo quelle multe rivelatesi finora l’incubo peggiore dell'industria automobilistica europea. Sanzioni che gli analisti hanno quantificato in non meno di 10 miliardi di euro l’anno.
Una Pessima media
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Il voto del Parlamento europeo, che interviene a modificare un regolamento comunitario, è frutto di una proposta della Commissione ed è stato seguito da una prima approvazione del Consiglio, a cui spetta ora il voto finale “di prassi” per il via definitivo al provvedimento. Passaggi burocratici che però hanno un impatto diretto sui consumatori, e che dunque va spiegato. Come noto, l’obbligo generale imposto a tutti i costruttori automobilistici è quello di commercializzare modelli che consumino meno carburante, misurando il risultato in minori emissioni di CO2. Il nuovo limite entrato in vigore dal 1° gennaio 2025 corrisponde a circa a 93,6 grammi di CO2 per chilometro, cifra media calcolata sulla totalità dei modelli messi in commercio nell’Unione Europea da ogni singolo costruttore, finora ogni anno. Nello specifico, la sanzione è pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente il limite, moltiplicato per il numero di vetture vendute dal costruttore all'interno dell'Unione. Inutile sottolineare che, per restare entro i 93,6 grammi, le aziende erano chiamate ad aumentare in modo anche forzato la percentuale di vetture elettriche vendute sul totale, a patto di intervenire drasticamente anche sul secondo elemento che fa media, cioè diminuendo la commercializzazione di vetture a benzina e gasolio.