Nessun arretramento sull'Ucraina, anzi. Nei giorni delle polemiche dopo il tweet di Donald Trump - che a Palazzo Chigi dopo lo stupore e l'imbarazzo ora si minimizza - Giorgia Meloni si prepara a ribadire in Parlamento che l'Italia è stata e resterà a fianco di Kiev con l'obiettivo di raggiungere quella pace "giusta e duratura" che ancora non si vede all'orizzonte. Continuando a sostenere gli sforzi dell'amministrazione americana, in Ucraina come a Gaza.
Volodymyr Zelensky "non è solo", è peraltro il messaggio che i leader europei, premier compresa, hanno voluto mandare con la nota congiunta dopo la visita del presidente ucraino alla Casa Bianca. Un "segnale di sostegno" che la premier ripeterà prima al Senato e poi alla Camera prima di volare a Bruxelles, giovedì, per il Consiglio europeo.
Il suo discorso seguirà, come di consueto, la scaletta del vertice Ue, cui seguirà, venerdì, una nuova riunione del gruppo dei Volenterosi con Zelensky. In attesa della convocazione formale, nella maggioranza si prevede che la premier si collegherà a distanza come la maggior parte dei partecipanti, salvo che non arrivi un invito "in presenza" o che - eventualità che nessuno si augura - succeda qualcosa di particolarmente grave da richiedere a tutti il viaggio oltre la Manica. Se il sostegno a Kiev era alla base del messaggio congiunto, con l'intenzione ribadita di tenere alta la pressione su Mosca, resta da risolvere il nodo degli asset russi, il cui utilizzo, si precisa anche nella risoluzione di maggioranza che sarà votata dalle Camere, va "subordinato alla compatibilità con il diritto internazionale".
Il passaggio su Kiev sarà uno dei capisaldi, dato anche il momento che ai piani alti del governo non esitano a definire "complesso", nell'attesa che si concretizzi il nuovo incontro di Trump con Vladimir Putin in Ungheria. Uno snodo delicato, atteso con una certa apprensione dopo l'esito del primo storico faccia a faccia agostano in Alaska. Rivedersi, ragionano nell'esecutivo, "ha senso se si raggiunge un'intesa" ma ci vuole "una volontà da parte di Putin di trovare un punto di equilibro". Proprio quella che finora è mancata, tornerà a sottolineare la premier, che non dovrebbe accennare al tweet del presidente americano.
"Certo se poi qualcuno solleverà il tema", eventualità che nella maggioranza danno per scontata, non è affatto da escludere che Meloni affronterà la questione, anche per precisare che sui dazi la competenza, come ha detto già in tutte le occasioni, è della Commissione e l'Italia non ha alcuna trattativa sottobanco in corso. Non c'è nessun caso, dicono insomma a distanza di 48 ore i fedelissimi della premier, che, anzi, osservano come "solo in Italia" si sia dato peso a un post social che "mica Trump fa in prima persona". Come a dire che non è giustificata la lettura che ne vedrebbe un tentativo, nemmeno troppo raffinato, di dividere l'Europa.
Le opposizioni, peraltro, si presenteranno ancora una volta divise: Pd, M5s e Avs, che su Gaza ultimamente erano sempre riuscite ad elaborare documenti unitari, sull'Europa porteranno documenti diversi, uno per partito. E alla base ci sarebbero sempre le differenze in materia di riarmo, migranti e sicurezza.
Il vertice europeo si concentrerà in realtà anche su clima (in vista del Cop30 in Brasile) e su automotive e competitività. Tutti temi che vedono Roma marciare allineata a Berlino.
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