Su invito del M5s, il campo largo si è trovato in pazza Santi Apostoli a Roma a sostegno della libertà di stampa, dopo l'attentato al giornalista di Report Sigfrido Ranucci. Una manifestazione aperta e senza bandiere. A cui, a sorpresa, si è presentata anche una delegazione di Fdi, con i capigruppo Lucio Malan e Galeazzo Bignami e col responsabile organizzazione Giovanni Donzelli. Insomma, le prime linee.
"È una manifestazione per la tutela di giornalisti - ha detto Malan - Non c'era ragione perché non venissimo".Nessun incontro da larghe intese, però. Anzi. Stilettate da sinistra a destra e ritorno.
A chiudere gli interventi dal palco - soprattutto di giornalisti - è stato Ranucci: "Se pensavano di fermare Report - ha scandito - otterranno l'effetto opposto. Siamo andati a toccare dei centri di potere che non avevano piacere di essere disturbati". Del conduttore di Report si è occupata anche l'Ue, con un seminario a cui il cronista è intervenuto in collegamento, e con un dibattito ad hoc in Aula a Strasburgo.
"Questi attacchi - ha detto la Commissaria all'allargamento Marta Kos - sono inaccettabili e devono essere investigati: l'impunità minerebbe la tenuta della società democratica, che può fiorire solo con una stampa libera".
Lo scontro in Santi Apostoli a Roma è stato a distanza, fra la piazza, dove si sono intrattenuti gli esponenti di Fdi, e palco con retropalco, dove si trovavano il padrone di casa Giuseppe Conte e gli altri leader di centrosinistra: la segretaria Pd Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, e il segretario di Più Europa Riccardo Magi. "Per una stampa libera serve una politica responsabile - ha detto Conte - Le istituzioni devono fare in modo che i giornalisti possano fare il loro lavoro. Intanto il partito della presidente del consiglio dovrebbe ritirare la querela nei confronti di Ranucci. E così i ministri".
Stesso invito da Schlein: "Bene la solidarietà, ma non basta. Servono fatti concreti". Bignami ha risposto picche: "Sono due cose diverse. Un conto è l'esercizio di un diritto di difesa che, da avvocato, ritengo che sia uno dei cardini dello stati di diritto. Altra cosa sono gli attentanti".
Schlein è tornata ad attaccare il governo: "Chi ha mai detto che la bomba l'ha messa il governo Meloni o che sono i mandati? Ho affermato un fatto: dove l'estrema destra governa indebolisce la democrazia e la libertà di stampa". Le ha risposto Donzelli: "Abbiamo iniziato a fare politica mentre i collettivi di sinistra nelle scuole e nelle università cercavano in tutti i modi di impedirci di parlare nelle assemblee o occupavano le aule per impedirci di svolgere le iniziative. Saremo sempre in difesa della libertà di espressione".
Anche il segretario di Fi, Antonio Tajani, a un evento alla Camera, ha criticato Schlein: "Avvicinare" l'attentato a Ranucci "all'azione del governo è fuori da ogni logica".
Ci sono poi gli appunti a margine. Come il minivertice di campo largo: sotto un gazebo che li riparava dalla pioggia, Conte, Schlein, Fratoianni e Bonelli si sono intrattenuti a discutere delle prossime regionali: Campania, Puglia e Veneto, a novembre. Mentre in piazza, sotto un ombrello, hanno parlato a lungo Paola Taverna e Chiara Appendino. La prima è una vicepresidente del M5s fedele a Conte. La seconda è una vicepresidente dimissionaria in polemica con Conte. Clima disteso. La guerra c'è già stata, nei giorni scorsi.
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