L'Inter può allungare a +5, il Milan può sorpassare e andare a +1. I due allenatori lo hanno preparato così
"Ho voglia di prendere in mano la grande Milano", cantava la divina Ornella Vanoni che tifava Milan e ha incantato l’interista Bonny. È il senso del derby di stasera: chi vince si prende la città. I nerazzurri possono allungare a +5, i rossoneri sorpassare a +1. Ma in palio c’è molto di più della cintura dei Navigli. È presto per parlare di scudetto? No. È presto per dire chi lo vincerà, ma, alla luce delle 11 partite giocate e degli impacci della concorrenza (Juve, Napoli, Roma senza attacco...) possiamo già dire che queste due squadre, con ogni probabilità, correranno fino alla fine per il tricolore. Quindi, sì, questo è un derby da scudetto. Il Milan ha sofferto un paio di pareggi balordi (Pisa, Parma), ma l’ultima sconfitta risale al 23 agosto (Cremonese): una su 13 gare giocate. L’Inter ha vinto 11 delle ultime 12 partite in tutte le competizioni. Il derby è la collisione tra due pianeti lanciati che, con la complicità della Cremonese (anti-Roma), puntano la vetta della classifica. Il Milan vuole dare continuità ai 5 derby della stagione scorsa (nessuno perso), l’Inter ai 6 precedenti (tutti vinti). Il Milan ha sconfitto Napoli e Roma, l’Inter ha perso con Juve e Napoli: rossoneri più solidi negli scontri diretti. Il derby dovrà confermare o smentire.
la tattica di chivu e allegri
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Cristian Chivu vuole regalare "un lunedì senza sfottò" ai tifosi interisti, Max Allegri "una settimana di serenità", quindi obbiettivi coincidenti. Sovrapponibile anche per l’abilità con cui hanno dato un’identità solida alle rispettive creature, in poco tempo, anche se con principi diversi. Ci sono già un Milan di Allegri e un’Inter di Chivu, smarcati dai modelli precedenti. Più comprensibile per Max, dati esperienza e carisma; più sorprendente per il debuttante Cristian che ha impressionato per sicurezze di idee e di scelte. Quella di rinunciare al ritiro, al primo derby, non è banale. Spiega: "L’ansia è bugiarda, non bisogna ascoltarla". Il romeno colpisce con concetti profondi, senza bisogno di dire “pirla”. Parla sempre del sorriso, anche ieri. È quasi ora di scrivere una fenomenologia del suo linguaggio. I due mister si differenziano ovviamente sul piano tattico. Allegri non si vergogna di ritirarsi tra le sue tende e di guidare la squadra che in Serie A concede più gioco agli avversari, perché poi, ripartendo da quelle tende, sorprende gli assedianti. Chivu ha alzato la linea di pressing di Inzaghi e sveltito la verticalizzazione, senza buttare via l’attitudine al palleggio. Max avrà studiato come evadere nel modo migliore dai piranha nerazzurri, complice il Maestro Modric, per innescare i suoi divoratori di profondità; Cristian avrà siliconato le chiusure preventive, condizione necessaria per spendere felicemente l’urto offensivo. Non gli basterà badare ai soliti noti, perché Allegri sgancia spesso anche Pavlovic, uno dei milanisti che ha macinato più chilometri in conduzione.
calhanoglu, modric e....
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Alla luce dello spartito, facile intuire le stelle sulle locandine del derby. Calhanoglu-Modric è un summit di cervelli e piedi cattedratici, con echi di Rivera-Suarez. Il turco, capocannoniere (5 gol), andrà con Lautaro in pressione sul croato per inceppare la circolazione rossonera. Il ritorno di Rabiot dopo oltre un mese è una carezza per Allegri che gli ha tagliato il Milan addosso. Non solo galoppatore, è anche uno dei migliori a mordere senza palla e recuperarla. "Il primo derby sarà elettrico", ha profetizzato Adrien. Farlo coincidere con il primo gol da milanista è il suo piano. Pulisic ha segnato due volte nei derby della stagione scorsa. Ha lo strappo e l’agilità serpeggiante nel breve che la pesante retroguardia nerazzurra può soffrire. Leao, naturalmente. Il popolo del Diavolo se lo augura nella versione araba, quando, imprendibile, ribaltò risultato e Inter in Supercoppa. In 20 derby, ha preso parte a 7 gol: 3 gol e 4 assist. Gli piace l’adrenalina alla milanese. La carezza per Chivu è il ritorno da titolare di Marcus Thuram dopo 57 giorni. Il popolo del Biscione se lo augura nella versione del primo derby (16 settembre 2023): scaldabagno all’incrocio dei pali. Il francese garantisce percussione nella profondità, pericolosità aerea e intesa tecnica con Lautaro: si ricompatta la ThuLa. A differenza del Milan, l’Inter avrà un centravanti vero nel cuore dell’area, pronto a creare spazi, fare sponde e “a ciapà i bott”, canterebbe Ornella. Il Toro (9 gol nei derby) cerca la doppia cifra che lo porterebbe alle spalle dei soli Nyers (11) e Meazza (12). Cercherà il modo di festeggiare la 350esima partita in nerazzurro. Ad Allegri manca Gimenez, a Chivu Dumfries.
un derby di magia senza fine
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Una settimana fa, San Siro ha dovuto ospitare l’imbarazzante Italia-Norvegia. Un derby gioioso, di qualità, servirebbe a passare lo straccio su quella sciagurata prestazione. Ce lo auguriamo bello e corretto, perché una Milano spaventata da aggressioni e coltelli non ha bisogno di altre violenze. Confidiamo sulla magia del derby. Magia "senza fine", canterebbe Ornella.










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