Rafa e Moise sono amici fuori dal campo e hanno in comune la passione per la musica che hanno portato in studio, sulle piattaforme di streaming e persino dentro un videogioco
Il primo sarà in campo dall’inizio. Il secondo forse no, ma vuole esserci a tutti i costi. Milan-Fiorentina sarà anche Rafa Leao contro Moise Kean, con il portoghese desideroso di mettersi in mostra alla prima da titolare in campionato e l’azzurro che cerca di recuperare dal problema alla caviglia rimediato in Estonia. Avversari in campo, ma grandi amici fuori, con più di una passione in comune oltre il pallone. Su tutte la musica, ognuno con il proprio stile e il proprio nome d’arte: Way 45 e KMB. Entrambi hanno trasformato la passione per la trap in un alter-ego pubblico, portandola in studio, sulle piattaforme di streaming e (nel caso di Kean) persino dentro un videogioco. Un “duello” di stili e biografie che racconta due strade diverse per un filo comune: il calcio non basta a esaurire quello che sono.

GLI INIZI NELLA MUSICA
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Per Leao la musica è un affare di famiglia. Il padre Antonio cantava, lo zio era un dj. Durante il lockdown ha creato un mini studio in casa, iniziando a scrivere e a rappare: un passatempo quando il tempo era fermo a causa del Covid. Chi gli stava vicino lo ha spinto a crederci, portandolo a incidere su disco la sua vita. A 26 anni ha già all’attivo tre album. Nel 2021 il primo da solista, “Beginning” (Inizio): 7 tracce in portoghese e inglese, tra trap e drill, che raccontano la sua storia, dai sacrifici fino al successo. Nel 2024 il secondo, “My life in each verse” (La mia vita in ogni verso), che contiene 17 tracce, una anche in italiano “Fede”. E il 5 settembre è uscito "12:12", l’ultima “fatica” del rossonero. Per Kean, invece, la passione per la musica nasce proprio a bordo campo. Da ragazzino, durante le partitelle con gli amici ad Asti, mentre alcuni giocavano, altri restavano in disparte a fare freestyle e a volte si univa a loro per rappare. Se nel 2019 era già apparso in un video del rapper torinese Boro Boro, il primo vero lavoro a nome KMB risale al 2023, quando ancora giocava alla Juventus: con “Outfit", insieme al gruppo 19F, aveva spopolato su TikTok. A dicembre del 2024 il primo album “Chosen” (Il prescelto), per poi tornare attivo nel 2025, prima col singolo “Bombay”, scelto da EA Sports per il nuovo FC 26 (primo calciatore della storia di Fifa ad avere un suo brano all’interno della colonna sonora del gioco), poi con “Non voglio tornare broke”, brano pubblicato solo qualche giorno fa, il 15 settembre.

IL LEGAME CON IL QUARTIERE
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Il nome d’arte di Rafa Leao racchiude le sue origini: “Way”, come la tortuosa strada affrontata per arrivare al successo, “45”, come il prefisso postale del Barrio Jamaica dove è cresciuto. Un monito a ricordarsi sempre da dove è partito, prima di venire scovato da uno scout di fortuna affacciatosi alla finestra. KMB è invece l’acronimo del nome completo di Moise Bioty Kean. Ma non manca, anche per l’attaccante viola, il rimando ai luoghi d’infanzia: la 19F Gang, di cui fa parte e in cui ha iniziato a muovere i primi passi da rapper, prende il nome dal quartiere “blocco 19” di Asti in cui da piccolo passava le sue giornate.

LE ISPIRAZIONI E LE AMICIZIE RAP
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Il cuore musicale di Leao batte oltreoceano, soprattutto in America: tra gli ascolti del portoghese ci sono i Migos, Travis Scott, 6ix9ine, Da Baby e Roddy Rich. Ma anche Meek Mill, che lo accomuna a Kean: “Championships” del rapper di Philadelphia è il suo l’album preferito di sempre. Ma nella playlist dell’attaccante viola ci sono anche Tupac e Bob Marley, i suoi idoli musicali, che nel dicembre 2024 ha voluto omaggiare facendo ritrarre le loro facce sugli scarpini indossati nella gara di Coppa Italia contro l’Empoli. E proprio la leggenda del reggae è fonte ispiratrice nella vita Moise, che da piccolo ascoltava le cassette portate a casa dal padre, tanto da aver chiamato suo figlio Marley. Tra le amicizie in comune, spiccano Lazza e Capo Plaza: le stelle del rap italiano hanno più volte sottolineato la bravura musicale dei due calciatori.

LO STILE E I TESTI
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Stili diversi in campo e sul beat. Way 45 scandisce rime portoghesi, inglesi e francesi su basi contaminate da sonorità drill, linee melodiche R&B e metriche tipiche dell’Hip-Hop. Il tutto con un approccio quasi accademico al flow. Per lui il microfono diventa confessionale attraverso cui mettersi a nudo, togliendosi dalla luce dei riflettori per poter raccontare a cuore aperto le proprie emozioni e insicurezze: “Io sono fortunato per avere questa bella vita, ci sono cose che a volte non parlo perché mi fa tanta fatica”, canta in “Fede”, unica canzone in italiano pubblicata finora. Nei suoi testi c’è la storia di quel ragazzo cresciuto nella periferia di Lisbona, che si divertiva a rincorrere un pallone e che oggi non dimentica i sacrifici fatti per inseguire un sogno: “Non ricordo quante ore ho passato cercando un finale felice”, recita in una barra di “Escolhas”. Anche per KMB la musica diventa uno strumento per evadere, ma il suo si percepisce più come puro divertimento. Sul beat si muove con naturalezza, cambia flow e gioca con le punchline. Le produzioni, sempre ben curate, mantengono la trap come sfondo seppur con qualche influenza UK e degli accenni giamaicani. Nei testi non c’è storytelling, né citazioni al mondo del calcio: tolti i riferimenti al suo quartiere, ci troverete principalmente soldi, gioielli, grandi marchi e bitch. “Io non sento il jetlag col mio rolex” (da “Tutta la night/I feel like”), “Ho collane sul collo che fanno bling, diamanti sul ring come un MVP” (da “Cap2 freestyle”), “Fanno a botte per chi tocca prima i miei dread” (da “Hola”), solo per citare qualche barra.
DUELLO DI STREAM
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Ma quindi, chi spacca di più? Se guardiamo ai numeri l’attaccante viola domina il gioco con quasi 280mila ascoltatori mensili su Spotify, mentre il rossonero non raggiunge i 30mila. La canzone più streammata di KMB è “Outfit” con oltre 5 milioni di stream (“Bombay” ne ha invece quasi 2 milioni), quella di Way 45 è “Escholas”, con 676.011 ascolti. Tenendo conto che 1 milione di stream su Spotify può generare un guadagno stimato tra i 3.000 e i 5.000 dollari (ma l'importo esatto varia in base a diversi fattori), per ora la musica resta a tutti gli effetti un side job ben lontano dagli stipendi derivanti dal campo. E mentre aspettiamo di poter ascoltare un loro featuring, che a quanto pare sarebbe già pronto e solo in attesa di essere pubblicato, la sfida si sposta sul prato di San Siro. Lì dove i numeri, col pallone, li sanno fare eccome.