Una manovra "sbagliata" che non dà risposte vere su salari, fisco e pensioni, ma anzi le peggiora. E che per i lavoratori arriva ad essere "una truffa". Se non verrà cambiata, per la Cgil sarà di nuovo sciopero. Sarebbe il quarto consecutivo contro la legge di Bilancio del governo Meloni. Dalla manifestazione nazionale a Roma, il segretario generale Maurizio Landini non usa mezzi termini e rilancia la mobilitazione. Chiede una svolta sulle politiche economiche e sociali, dice basta alla "propaganda e alle bugie" dell'esecutivo. Attacca tra gli altri il vicepremier e ministro Matteo Salvini, per le "balle" sulle pensioni: "Aveva promesso di cancellare la legge Fornero, in realtà aumenta ancora l'età pensionabile".
In piazza con la Cgil c'è solo una parte delle forze di opposizione: Avs con i leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, presente una delegazione del Pd ma non c'è Elly Schlein, non il M5s. Interviene in videocollegamento il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, accolto dagli applausi della folla, tra la solidarietà condivisa e la difesa della libertà di stampa.
Il corteo, aperto dallo slogan della manifestazione "Democrazia al lavoro", sfila per le strade di Roma fino a raggiungere piazza San Giovanni, tra le bandiere rosse del sindacato e anche le bandiere palestinesi e della pace. "Siamo oltre 200mila" la stima del sindacato sulla partecipazione, che Landini rilancia con una stilettata ancora al governo: "Chi demonizza le piazze ha paura della democrazia".
Voci dalle vie e dal palco per chiedere l'aumento di salari e pensioni, maggiori investimenti nella sanità pubblica (su cui a breve partirà una raccolta firme di Cgil e associazioni) e nella scuola, una vera riforma fiscale, per fermare le morti sul lavoro, per dire no alla precarietà e al riarmo. Nel mirino appunto la manovra, che rischia di fare "danni" e senza investimenti di "portare a sbattere il Paese", insiste il leader della Cgil. Anche la detassazione degli aumenti contrattuali, uno dei cavalli di battaglia del fronte sindacale, non è che "un titolo" per Landini, perché per come è strutturata "fa sorridere: va solo ai lavoratori privati e fino ai 28mila euro l'anno, dunque è solo per una piccola parte".
E ad esempio esclude gran parte dei metalmeccanici. Ancora più duro sul taglio della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% e sul fiscal drag: i lavoratori con redditi di 30mila euro avranno "un aumento di appena 3 euro al mese", mentre negli ultimi tre anni "hanno pagato oltre 2mila euro di tasse in più" per il drenaggio fiscale a causa dell'inflazione, in totale un conto da 25 miliardi, nei suoi calcoli. "Siamo di fronte, e mi assumo la responsabilità di quello che sto dicendo, ad un governo che sta estorcendo con una truffa miliardi al lavoro dipendente e ai pensionati", sostiene Landini.
Uno sciopero dunque è all'orizzonte. "Se non saremo ascoltati e se nel Parlamento e nel Governo non accetteranno di modificare radicalmente quella che è una legge che noi consideriamo sbagliata, valuteremo e non escludiamo assolutamente nulla", assicura garantendo che la Cgil non si fermerà "finché non arriveranno risposte".
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