I due esterni contro la Juve si sono caricati tutto il peso del gioco offensivo con ottimi risultati. Domani a Pisa sono chiamati a fare il bis
La Lazio ha riaperto le ali e adesso è pronta al decollo. Tra le chiavi della svolta della formazione di Sarri, consumatasi nel match con la Juventus, non ci sono solo la ritrovata solidità difensiva e l’equilibrio trovato in mezzo al campo grazie all’ingresso di Basic. C’è anche il ritorno da protagonisti dei due esterni offensivi titolari, Gustav Isaksen e Mattia Zaccagni. Il danese era alla prima partita da titolare ed è stato subito il migliore in campo. Il capitano, in realtà, è dall'inizio della stagione che sta fornendo prove più che accettabili, ma contro la Juventus ha sfoderato (anche) una prestazione da uomo-squadra, come pretende Sarri.
sulle fasce si vola
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Con due ali così, che creano gioco e producono occasioni, diventa secondario pure il problema dei centravanti che segnano poco. Castellanos, che aveva realizzato 2 gol nelle prime 6 giornate, è poi finito ai box a causa di uno stiramento. Adesso la prima punta è Dia, che non è una macchina da gol, ma è un ottimo centravanti-boa, bravo a lavorare sodo per la squadra e capace di esaltare al massimo le caratteristiche di due esterni veloci e tecnici come Isaksen e Zaccagni. Lo si è visto domenica sera all’Olimpico, con il senegalese che in molte circostanze era più arretrato rispetto alle due ali biancocelesti. È una soluzione alla quale Maurizio Sarri ha lavorato a causa dell’emergenza, ma che adesso può trasformarsi in un punto di forza della sua squadra. Anche perché, quando sono in giornata (come è accaduto nel match con la Juventus) due attaccanti laterali come Isaksen e Zaccagni hanno pochi eguali in Serie A. E allora, visto che non ha più un bomber del valore di Ciro Immobile, come nel suo primo ciclo biancoceleste, il Comandante può procedere senza alcuna remora verso questa «esternalizzazione» del gioco offensivo.
adesso i gol
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Alla promozione definitiva della nuova formula offensiva mancano soltanto i gol. O meglio, mancano altri gol. Perché Zaccagni ne ha già realizzati due (nelle partite con Verona e Genoa), mentre Isaksen è a quota zero, ma quella con la Juventus era la sua vera partita quest’anno con la Lazio. E colui che la ha sostituito in precedenza, Matteo Cancellieri, di reti ne ha fatte tre. Segno che la formula della "esternalizzazione" del gioco offensivo era in atto già prima. E che potrà continuare, a prescindere dagli interpreti. I titolari sono Isaksen e Zaccagni, ma le loro alternative, Cancellieri e Pedro, non sono affatto male. Il romano, con quelle tre reti, è per ora il capocannoniere della squadra. Lo spagnolo è ancora a secco in questa stagione, ma nella scorsa, con 14 centri, è stato il miglior marcatore della Lazio a pari merito con Castellanos. Insomma, dalle fasce oltre che lo sviluppo del gioco possono arrivare pure i gol. Dei quali la Lazio ha assoluto bisogno per fare il definitivo salto di qualità in un’annata cominciata male, ma che può essere ancora ampiamente raddrizzata. Sarri ha voluto innanzitutto lavorare sulle fondamenta, ossia sulla solidità difensiva. Ma per decollare definitivamente c’è bisogno anche dei gol. Sono ancora pochi quelli realizzati, ma contro la Juventus, al di là della rete decisiva di Basic, si è notata una certa inversione di tendenza: la squadra è riuscita ad arrivare con maggiore facilità al tiro senza perdere l’equilibrio. Nelle (sole) tre precedenti partite in cui aveva segnato (con Verona, Genoa e Torino) la Lazio aveva prodotto tanto, a scapito però della tenuta difensiva. Stavolta le occasioni sono arrivate, ma la solidità arretrata è stata mantenuta. È questa la strada da seguire.









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