L’aritmetica lascia uno spiraglio, i numeri lo chiudono: per la qualificazione diretta servirebbe uno scarto mai visto in una gara decisiva. Qualche precedente clamoroso però esiste
Nancy Gonzalez
14 novembre - 20:59 - MILANO
Ma l’Italia può ancora andare ai Mondiali senza passare dai playoff? Se ci affidiamo alla matematica, la risposta è sì. Se guardiamo alla realtà, serve un colpo che sconfina nella fantascienza calcistica. Il successo in Moldavia ha tenuto viva una fiammella, ma il 4-1 della Norvegia sull’Estonia ha ridisegnato un quadro già nettamente favorevole agli scandinavi. A una giornata dalla fine, la classifica dice 21 punti per Haaland e compagni, 18 per gli Azzurri. Ma è la differenza reti a separare due mondi: +29 contro +12.
l'avversario
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Il cammino dei norvegesi parla da solo. Migliore attacco tra le cinquantaquattro nazionali europee: 33 gol realizzati, appena quattro incassati e una media di 4,7 reti a partita. Una macchina che non ha mai rallentato, guidata dai quattordici gol del gigante del Manchester City, dai cinque di Thelo Aasgaard e dai cinque di Alexander Sørloth, con il resto del gruppo - Ajer, Donnum, Myhre, Wolfe, Nusa, Odegaard e Ryerson - tutti a segno. Numeri che hanno offuscato persino le sei vittorie consecutive dell’Italia dopo il ko di Oslo. Gattuso ha riacceso le speranze, ma i margini restano quelli: gli Azzurri arrivano allo scontro diretto con uno scarto di +12 e l’unica via per ribaltare tutto è firmare un capolavoro irripetibile.
la realtà dei fatti
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Il regolamento è semplice e chiaro: se si chiude a pari punti, conta la differenza reti. Per agganciare la Norvegia e superarla, l’Italia dovrebbe vincere con almeno nove gol di scarto. Solo così salirebbe a +21, lasciando gli avversari a +20. Tradotto: serve un 9-0. Contro una squadra che ha subìto quattro gol in tutto il girone. Una combinazione che sembra fuori da ogni logica, e infatti in una partita decisiva per un Mondiale non si è mai vista una cosa del genere. Eppure la storia del calcio internazionale qualche esagerazione l’ha regalata. Nel 1954 l’Ungheria rifilò un 9-0 alla Corea del Sud, nel 1974 la Jugoslavia fece lo stesso contro lo Zaire. E c’è l’indimenticabile 12-1 della Spagna su Malta nel 1983, uno dei risultati più clamorosi mai registrati in un turno di qualificazione. Più “contenuto”, ma comunque iconico, il 6-0 dell’Argentina sul Perù nel Mondiale del 1978, che cambiò completamente il destino del gruppo.










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