La società fa da scudo all'allenatore nonostante la doppia sconfitta con Bologna e Milan abbia privato la squadra del sogno estremo di triplete. E pure se non dovesse arrivare nessun trofeo, sarà prolungamento fino al 2027
Non saranno due partite storte, magari pure stortissime, a rovinare l'idillio tra l'Inter e Simone Inzaghi. È vero che tra Bologna e derby si è arenato il sogno estremo di triplete e si è pure complicata di parecchio la campagna domestica verso uno scudetto-bis, ma non c'è nessuno dentro al club che, in mezzo alla tempesta, abbia smarrito la vecchia fiducia: tutti pensano che sia proprio Simone l'uomo adatto per portare la nave in porto, oggi e pure domani. Il timone è saldo nelle sue mani, in questo ultimo burrascoso tratto di mare e oltre, nella prossima stagione in cui non fermerà la navigazione nerazzurra, anzi rinnoverà il contratto in scadenza 2026. Insomma, la squadra sarà pure stanca, mentalmente e non solo nei muscoli, ma soprattutto grazie al lavoro dello staff tecnico ha ancora tutto per mettere la punta del naso davanti al Napoli in campionato e presentarsi in Catalogna alla pari, contro questo Barça che è un inno magnifico alla gioventù.
la corsa scudetto dell'inter
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Ne sono convinti ad Appiano dove, per decisione proprio di Inzaghi, si sono rivisti dopo un giorno di stacco, 24 ore salubri per tutti: allentare è stato utile per riordinare le idee e tranquillizzare gli animi, esasperati da questo doppio inciampo fragoroso. Una realtà a cui i nerazzurri sotto Inzaghi non erano più abituati: per ritrovare due ko filati bisogna tornare indietro di un paio di stagioni, a cavallo tra marzo e aprile del 2023. A quel tempo Simone perse prima contro la Juventus e poi contro la Fiorentina, con in mezzo la sosta per le nazionali: una coppia di 1-0, ma poi alla fine della salita l'Inter formato Inzaghi trovò la gloria di una finale di Champions. Il tecnico nerazzurro non ha mai perso tre partite consecutive da quando siede sul soglio nerazzurro e spera di dare la stessa spallata del 2023, anzi vorrebbe assestarne una perfino più forte. Al tempo lo scudetto era solo una beata illusione e il Napoli di Spalletti un dominatore spietato fino all'ultimo giorno. Stavolta, assieme alla rincorsa alla Coppa più importante, c'è pure il tricolore a portata di mano: i campani sotto la guida di Conte sembrano molto più umani, sarà corpo a corpo nel fango per le prossime cinque giornate.
Il lavoro di Inzaghi ora è sottile e complesso, agisce sul fisico e sulla mente: il tecnico, con il supporto totale della società decisa a fargli da scudo, ha cercato ieri, e cercherà pure oggi, di convincere i suoi che la doppia impresa sia possibile. Durante l'allenamento alle 11 ad Appiano, a vederlo c'era tutto lo stato maggiore del club, presidente Marotta compreso, mentre l'allenatore riuniva la squadra in cerchio e arringava con la solita animosità per una decina di minuti. Simone è partito dagli errori fatti contro il Milan, da non ripetere, e poi ha allargato lo sguardo al resto della stagione: tolto un trofeo, ne restano comunque due (più prestigiosi) da assaltare con il massimo dell'impegno per non avere rimpianti. In fondo, era nelle cose poter lasciare per strada qualche briciola: l'Inter ne era consapevole quando iniziava la rincorsa, convinta e parallela, a tutte e tre le coppe disponibili su piazza. Inzaghi ha in Conte una nemesi: il tecnico napoletano è un illuminista pragmatico, concentrato in forma maniacale su un obiettivo e uno soltanto, mentre Simone non ha intenzione di derogare alla sua indole diversa, quasi da sognatore romantico. Tra eccessi durante le gare e pregi nel rapporto col gruppo, è semplicemente fatto così, ma gli ha chiesto di agire con questa ambizione anche il suo club, che ha sempre voluto ragionare come fanno i grandi d'Europa. In casa nerazzurra non ci sono rimpianti sulla scelta fatta, la società è ancora convinta che l'unico modo per vincere qualcosa sia provare a vincere tutto. E pazienza se il confine tra gloria e caduta sia così fine da sembrare invisibile.
inter-inzaghi, il rinnovo
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La rosa profonda ha forse "tradito" sul più bello, un po' per l'inconsistenza delle punte dietro alla ThuLa e un po' per alcuni infortuni in reparti chiave. Ieri, però, rivedendo sprintare in gruppo sia Zielinski che (soprattutto) Dumfries, il tecnico ha aumentato il buon umore pensando a domani e mercoledì. Nonostante tutto, oltre alla fermezza e alla decisione, è una certa serenità che accompagna Simone in questo sprint. Arriva pure dal mondo Inter che lo circonda e che lancia messaggi tranquillizzanti per il futuro: anche se finisse con un pugno di mosche in mano, soprattutto in Serie A, l'allenatore della seconda stella rimarrà saldo al suo posto. Il bilancio è in attivo in tutti i sensi perché, grazie alla cavalcata europea su cui c'è l'impronta di Simone, il prossimo esercizio sarà in attivo. Di questi tempi, se non vale quanto uno scudetto, poco manca. L'aumento di stipendio fino a 7 milioni, dentro a un contratto fino al 2027 con opzione per la stagione successiva, non smetterà di essere sul tavolo, che siano uno, due o zeru titoli.