"Quando ti fai molto male nei primi
secondi non senti male, anzi non senti niente, e infatti ho
addirittura preso il cell dal telaio della bici e ho girato un
video dove dicevo che ero caduto perfino sorridendo, poi ha
iniziato a farmi malissimo, ho visto che il piede era al
contrario e la clavicola mi bucava la pelle della spalla, e ho
sentito le voci di quelli che mi stavano soccorrendo e la
prossima cosa che ho sentito è stata la sirena dell'ambulanza".
Jovanotti, nel giorno del brutto incidente in bici a Santo
Domingo avvenuto due anni fa, torna a raccontare su Facebook, in
un lungo post, quei momenti.
"Due anni fa esatti 15 luglio 2023 mi sono svegliato prima
dell'alba, ero in Repubblica Dominicana ospite a casa di amici
con la Fra per un paio di settimane di vacanza. Siccome mi
conosco e so che ombrellone e lettino non fanno per me mi ero
portato la bici, una gravel, così da esplorare un po' l'isola
fuori dai compound per villeggianti", racconta, aggiungendo che
"dopo le 8 di mattina faceva già un caldo bestiale, ma pedalare
da solo nell'umidità tropicale mi piace, de gustibus…lo so. Così
quella seconda mattina avevo pensato di attraversarla tutta fino
alla costa al di là della dorsale che taglia in due l'isola". La
meta di quella mattina era una spiaggia "che presumevo fosse
deserta" per un bagno. Una spiaggia che non ha mai raggiunto.
"Mi ricordo che era un rettilineo bellissimo che tagliava una
piantagione infinita di canna da zucchero di un verde smeraldo",
prosegue, non sapendo che il estino lo attendeva a un banchetto
di frutta. "L'asfalto appena rifatto di nuovo rendeva invisibile
il dissuasore di velocità che il fruttarolo o chi per lui aveva
steso davanti al suo negozietto per far rallentare le macchine.
Non l'ho vista, non si vedeva proprio. Così sono volato a terra,
facendomi molto male".
"Fu così che è iniziata una nuova avventura, fatta di
intervento chirurgico d'urgenza fallito, un batterio entrato
nel mio femore tritato in una sala operatoria che assomigliava
più a un locale di reggaeton che a un luogo sterilizzato, e poi
pazienza ginnastica ginnastica ginnastica altra operazione di 8
ore sei mesi dopo in Italia per aggiustare quello che si poteva
aggiustare e poi ginnastica ginnastica ginnastica e nuove cose
da imparare ogni giorno, e la testa da tenere concentrata
sull'obiettivo di tornare sul palco, e anche di tornare in bici,
e di camminare senza stampelle, e avanti così", scrive,
ripensando a tutto il percorso fatto.
"Oggi mi fa ancora male, ho questo dolore fisso che ormai è
talmente familiare che lo vivo come un compagno di viaggio, io
gli sto addosso, mi alleno tutti i giorni, lui mi sfida, io non
mollo. Insieme andremo lontano. Abbiamo appena fatto un tour di
54 concerti ed è stato bellissimo farlo, e si è divertito pure
lui, il dolore, talmente si è divertito che spesso si
dimenticava di esserci e ballava insieme a me e ci dimenticavamo
uno dell'altro, Potenza della musica".
Il 26 luglio lo attende un altro palco, quello del No Borders
Festival, nella Valle dei Laghi di Fusine, in Friuli Venezia
Giulia: "Sarà un concerto speciale perché parteciperà solo gente
arrivata lì in bicicletta, e saremmo 5000 bici. Mi ero
riproposto, quando un anno fa è nata l'idea di questo concerto
speciale, di arrivare in bici anche io. Partendo da casa mia. È
quello che tenterò di fare, 770 km, in pratica uno per ogni
giorno o di questi due anni appena trascorsi".
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