Inverno in emergenza: con Anguissa in Coppa d'Africa il Napoli ripensa a Pellegrini e Mainoo

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A dicembre l’impegno con il Camerun che potrebbe protrarsi fino a metà gennaio. Conte può tornare al doppio play. Serviranno rinforzi, anche se il rientro di Lobotka sarà utile

Vincenzo D'Angelo

28 ottobre - 07:55 - MILANO

L'ultima notte dei tre tenori verrà ricordata a lungo. Nel bene e nel male. Per quel benedetto o maledetto rigore, fate voi, che ha generato discussioni e veleni, che ha visto il Napoli dare il primo colpo all’Inter e poi però perdere la sua stella, Kevin De Bruyne. Ma anche perché Antonio Conte in una notte sola ha ritrovato i suoi pilastri dell’ultimo scudetto: Scott McTominay e Frank Zambo Anguissa non avevano mai segnato così tanto in carriera, prima di incrociare il tecnico salentino in panchina. Solo un caso? Certo che no, perché Antonio, da grande ex centrocampista, sapeva bene quando giocava - e ancora oggi che assiste da fuori – come sfruttare gli inserimenti, il tempo e lo spazio. E a due incursori così è bastato dare un paio di indicazioni precise e fiducia, per trasformarli in eccellenti uomini d’assalto. Tutti e tre insieme nella stessa partita non avevano mai segnato. E adesso ci vorrà molto tempo prima che, sempre insieme, potranno semplicemente dividere il campo insieme.

Altro problema

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C’è stato un tempo in cui questo Napoli stava poggiando le fondamenta del nuovo progetto sui Fantastici 4. Già, perché sabato sera all’appello mancava Stanislav Lobotka, il centro di gravità del Napoli da quattro stagioni. Un altro pilastro vittima della sfortuna e dei problemi muscolari, un tormento per i campioni d’Italia. Dai Fab4 ai tre tenori, il passo è stato breve. E adesso ne restano due per la sfida di oggi con il Lecce e forse anche per la prossima, anche se Conte spera di recuperare Lobotka per la sfida di Champions contro l’Eintracht. Ma è chiaro che adesso dovrà ridisegnare un nuovo Napoli. O rispolverare quello vecchio, con quei tre in mezzo con cui si è andato a prendere lo scudetto. Il problema, però, è che una volta ritrovato Lobo, non potrà contare a lungo sulla mediana tricolore: Anguissa a dicembre saluterà per la Coppa d’Africa. Circa un mese, salvo clamorosa eliminazione del Camerun nella fase a gironi. Insomma, tra infortuni – anche McTominay ha saltato Torino per un problema al piede – e nazionali, il Napoli si ritroverà presto a fare i conti con una nuova emergenza a centrocampo. Conte ha già delle soluzioni, poi toccherà anche alla società trovare il colpo a gennaio.

Futuro

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Ma finché non riapriranno le trattative, toccherà ad Antonio trovare una nuova chiave. E anche qui, ci sarà da rispolverare una vecchia soluzione vincente della passata stagione. Quella col doppio play, con Gilmour accanto a Lobotka. Il Napoli ha giocato così per la prima volta in A – dopo le prove in Coppa Italia - proprio nella gara più importante della passata stagione, nell’1-1 contro l’Inter. Un pari arrivato grazie all’unico lampo napoletano di Billing, l’uomo del destino. Ecco, un giocatore in prestito alla Billing – di fisico e in arrivo da un top campionato come la Premier – potrebbe essere una soluzione per gennaio. O qualche occasione, tipo Lorenzo Pellegrini in uscita dalla Roma, che piace da tempo. A meno che non si decida di investire ancora e dare l’assalto a Kobbie Mainoo, 20enne talento dello United. Il Napoli ci ha provato a fine agosto, nel bel mezzo dell’affare Hojlund. E ci riproverà. Del resto, McTominay e Rasmus confermano: il passaggio dallo United al Napoli è garanzia di rilancio.

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