Il design come strumento di
diplomazia culturale è stato al centro del convegno 'Italian
Design Day 2025 Inequalities - Design diplomacy' promosso dal
ministero degli Affari Esteri e dal ministero della Cultura, in
collaborazione con Adi - Associazione per il Disegno
Industriale, Fondazione Adi Collezione Compasso d'Oro, Triennale
Milano e Salone del Mobile.
Al centro dei lavori, il tema proposto nella nona edizione
dell'Italian Design Day dello scorso 12 febbraio, 'Inequalities.
Design for a better life'. La promozione del design italiano nel
mondo, l'importanza della diplomazia culturale e i progetti di
collaborazione transnazionali per la riduzione delle
disuguaglianze sono il fil rouge che accomuna le iniziative
internazionali ripercorse oggi dai loro promotori.
Luciano Galimberti, presidente di Adi, ha ricordato per
esempio lo sbarco del design italiano oltre la cortina di ferro,
dopo la caduta del muro del Berlino. A Est, i prodotti italiani
vennero bollati come belli ma non utili. Una critica che mosse
una riflessione da cui nacque il primo Design memorandum, cui in
anni più recenti ne è seguito un secondo, sempre improntato
all'etica del prodotto. Hanno funzionato questi strumenti?
"Nelle ultime tre edizioni del Compasso d'oro il 60% dei
progetti selezionati erano beni durevoli, l'85% aveva imballi
sostenibili, segno che il design - risponde Galimberti - è
uscito dal confine del prodotto per entrare nel campo delle
relazioni: a nostro modo, stiamo provando a colmare le
disuguaglianze". Nella stessa direzione si muovono Triennale con
le sue mostre itineranti, le ultime delle quali in America
Latina, e Salone del Mobile, pronto a sbarcare in Arabia Saudita
con un road show a fine mese, che anticipa il primo salone a
Riyad nel 2026.
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