Giorgia: "Rinasco sempre, come Terminator"

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L'artista presenta il nuovo album di inediti, in uscita il 7 novembre prossimo, che contiene una versione del brano sanremese 'La cura per me' in duetto con Blanco. "Mi sono ricostruita i vestiti addosso e mi sono rimessa a cantare"

Si intitola 'G', come l’iniziale del suo nome ma anche come il simbolo di una rinascita. Giorgia torna con un nuovo album di inediti, in uscita il 7 novembre prossimo, che racconta la sua evoluzione più autentica: quella di un’artista che, dopo trent’anni di carriera, si guarda allo specchio e sceglie di rimettersi in gioco, ripartendo da sé stessa e dalla musica. "Sono come Terminator 2, lo accoppano e poi si riforma - racconta l’artista -. Questo momento è un altro Rinascimento, non è la prima volta che accade ma la cosa bella di non avere più 20 anni è che le cose si trasformano”, racconta con il suo sorriso contagioso.

Il disco arriva a quasi tre anni di distanza dall’ultimo lavoro dell’artista, e rappresenta la Giorgia di oggi: non un concept album ma un progetto che come unico fil rouge ha proprio Giorgia. Il disco si apre e si chiude con ‘La cura per me’, prima nella versione originale presentata sul palco di Sanremo 2025 e poi in un duetto inedito con Blanco, autore del brano stesso. “Lui l’ha scritta per me. Quando ho sentito la sua voce strappata, mi è venuto in mente di farla insieme nella serata dei duetti - spiega Giorgia -. ma Sanremo non era il momento per Blanco, stava lavorando a un altro progetto. Poi abbiamo trovato la chiusura giusta: non 'solo tu sei la cura per me', ma 'non sarò mai più sola per me'. Un piccolo tocco di indipendenza per far passare il messaggio di non delegare a qualcun altro la propria esistenza”.

Dopo l’apertura intensa di 'Golpe', che ha anticipato l’uscita del disco, una ballata pop d’autore che unisce le penne di autori come Edoardo D’Erme, Davide Petrella, Dario Faini e Gaetano Scognamiglio, oltre alla stessa Giorgia, con la produzione di Dardust, arriva l’uptempo 'Tra le lune e le dune', una cavalcata electro-pop che sul finale strizza l’occhio ai Daft Punk. C’è spazio per la profondità soul di 'Carillon', un dialogo con la sé stessa adolescente ("era come parlare a una ragazzina me stessa, chiusa nella sua stanza" ammette) e per l’impatto emotivo di 'Corpi Celesti', brano scritto per lei e ispirato alla relazione con il ballerino e coreografo Emanuel Lo e 'Paradossale', ballad che alterna fragilità e potenza. “È un tempo della mia vita in cui devo dire tanti grazie - sottolinea Giorgia -. Non ho più vent’anni ma non ho mai lavorato così tanto nella mia vita. Mi sono ricostruita i vestiti addosso e mi sono rimessa a cantare”, dice.

Dopo la parentesi più difficile del post-Covid che l’ha messa alla prova, e un sesto posto a Sanremo 2023, Giorgia ha trovato nella musica la chiave per rimettersi in piedi: “Mi sono testata e ho visto come reggevo. Dopo quel palco potevi andare giù, oppure rimboccarti le maniche. In quella fase c’è stata sofferenza interiore, sapevo che la canzone non era immediata. Ma è stato un sostegno fondamentale, mi ha dato una spinta grande per tornare quest'anno in gara con una nuova forza”. Nel disco si sente questa ritrovata libertà e il momento fortunato che sta vivendo: la voglia di contaminarsi con l’elettronica, la curiosità per i nuovi linguaggi, ma anche la consapevolezza di non dover dimostrare nulla. “Avevo paura che sembrasse una forzatura fare canzoni moderne snaturandomi, ma abbiamo cercato di trovare un equilibrio - spiega -. Ho studiato ogni pezzo, cercando il mio ghirigoro anche negli spazi stretti. Mi sono vantata con me stessa: questo suono elettronico mi piace e mi sento coerente con la musica nuova”.

In 'Rifare tutto' Giorgia flirta con l’urban, mentre 'Sabbie mobili' e 'L’unica' riportano la sua voce dentro territori più intimi e familiari. Il viaggio termina dove tutto è cominciato: ‘La cura per me’ con Blanco, l’unico duetto del disco, che diventa manifesto di una maturità leggera e ben centrata. Per Giorgia è un vero Rinascimento. L’anno che sta per chiudersi è stato ricco di successi. ‘La cura per me’, certificato Platino, è stato per 12 settimane consecutive ai vertici delle classifiche di vendita con oltre 150 milioni di stream globali, e ha raggiunto il secondo posto delle chart best-seller diffuse da Fimi. Inoltre, è l’unica artista donna presente nella Top30 degli artisti italiani più ascoltati nel mondo in questo primo semestre 2025. Quando le si fa notare questo periodo particolarmente brillante della sua carriera, lei ride e rilancia con ironia: “Sono un po’ Terminator. Mi sono accoppata e mi sono sempre riformata. Non me lo aspettavo, se me lo avessero detto dieci anni fa non ci avrei creduto. Io volevo smettere a 26 anni, e invece… eccomi qua”.

Giorgia oggi è un’artista che guarda avanti, ma con la consapevolezza di chi ha attraversato diverse trasformazioni. “In questa richiesta di essere rimessa nella musica, il mio istinto mi ha rimesso in piedi. Mi sono rimessa a cantare, lavorando sulla vocalità in studio, con autori e produttori giovani. Pensavo che da sola potessi dare il meglio, ma questo disco mi ha dimostrato che era esattamente il contrario". E quando parla di femminismo, in riferimento alle recenti vicende di cronaca, lo fa con la stessa delicatezza con cui canta: “Non trovo niente di femminista nell’insultare persone. Sono cresciuta in un ambiente di donne che mi hanno insegnato l’indipendenza e la possibilità di essere alla pari con tutto il mondo. Ho sempre definito mia madre una ‘femminista gentile’. È stato un esempio". 'G' è la prova che Giorgia non si è mai fermata: cade, si rialza e torna a brillare, più viva che mai, restando una delle voci più autentiche della scena italiana. (di Federica Mochi)

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