La star di Hollywood interpreta la Creatura nella rivisitazione cinematografica del classico di Mary Shelley firmata da Guillermo del Toro, dal 7 novembre su Netflix
												da sinistra: Jacob Elordi, Guillermo del Toro e Oscar Isaac
											03 novembre 2025 | 15.43
LETTURA: 3 minuti
"Più la società ci chiede di essere perfetti e più mi viene voglia di essere imperfetto, di rompere gli schemi". Così all'Adnkronos l'attore Jacob Elordi, in collegamento da Los Angeles, riflette sul film 'Frankenstein' di Guillermo del Toro, manifesto del diritto all’imperfezione. Gli fa eco il collega Oscar Isaac, che sposta la riflessione sul lavoro e sulla pressione di doversi definire: "Sto notando che ci troviamo in un contesto in cui, sempre di più, la gente vuole solo dichiarazioni, non è interessata alla conversazione. Io, però, non sento l’obbligo di cercare di rientrare in una casella", dice l'attore, che con ironia aggiunge: "Sì, siamo i 'ragazzi cattivi', e va bene così'".
Dopo l'anteprima all'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il regista premio Oscar porta su Netflix - dal 7 novembre - la sua rivisitazione del classico racconto di Mary Shelley su Victor Frankenstein (Isaac), uno scienziato brillante ma egocentrico che dà vita a una creatura (Elordi) in un esperimento mostruoso che sarà la rovina sia del creatore stesso che della sua tragica creazione. Un film che per del Toro è un sogno che si realizza. Ci sono voluti 30 anni per esaudirlo e ora ha l'opportunità di raccontare quella storia che lo ha colpito da bambino attraverso la sua visione. E anche questa volta il suo 'mostro' è simbolo di umanità. "Oggi stiamo vivendo un momento di disumanizzazione e il film cerca di rispondere alla domanda 'come possiamo rimanere umani e cosa significa essere umani al giorno d'oggi?'", spiega del Toro, "il perdono e l'accettazione rappresentano una via", ma anche "ascoltando l'altro". Per il regista "si tratta anche di non reagire d'impulso, di non rispondere alla violenza con altra violenza. Ma agire secondo l'amore e l'umanità. Sembra facile, ma invece è molto difficile".
Anche per Isaac la compassione è una via per restare umani: "Anche esserlo con chi è stato crudele con te e con chi ti ha inflitto sofferenze. Questo lo vediamo anche nel film attraverso le azioni della Creatura. Imparare a perdonare a livello individuale è il primo passo verso un perdono più grande, quello nei confronti della società". Mentre Elordi riflette sul tempo e sull’esperienza umana: "Spesso, interpretiamo male il tempo che abbiamo a disposizione. Fa parte degli esseri umani. Un film come il 'Frankenstein' di Guillermo è come una serie di indizi che ci aiuta a vedere la realtà per quella che è". Al centro della pellicola del regista messicano c'è anche il tema della solitudine: "Ogni volta che l'umanità si espande, diventa più sola. È successo nell'Ottocento, nel Novecento e accade anche oggi. E la solitudine aumenta quando perdiamo la capacità di essere emotivi o di reagire. Viviamo in un mondo che si vergogna di esprimere le emozioni. Un mondo in cui l'ironia ha sostituito l'intelligenza e le emozioni sono viste come una debolezza, e questo non aiuta", conclude. (di Lucrezia Leombruni)
Tag
Vedi anche












                        English (US)  ·