Il tecnico dei francesi infuoca la vigilia: "Sono nato a 100 metri dallo stadio, quando si giocava contro di loro per una settimana si pensava solo a quello. Atalanta in crisi? Non casco in questo tranello, sono forti"
4 novembre 2025 (modifica alle 13:59) - MARSIGLIA (FRANCIA)
Roberto De Zerbi usa la parola derby per presentare la sfida di Champions tra il suo Marsiglia e l’Atalanta, un match che pesa per entrambe le squadre. "Giocare contro un’italiana è sempre un’emozione diversa - racconta il tecnico, seconda stagione sulla panchina del club francese -, mi è già successo con lo Shakthar e il Brighton contro Inter e Roma, ma affrontare l’Atalanta per me che sono bresciano è un’emozione diversa: è come se fosse un derby. Io sono nato a cento metri dallo stadio e quando c’era la partita si passava tutta la settimana a pensare solo a quello. La differenza è che l’Atalanta ha sempre avuto società e presidenti importanti, noi siamo stato sfortunati. Se ho un tatuaggio legato all’Atalanta? A questa domanda rispondo dopo... Però resta una partita di Champions da giocare bene".
INFORTUNI E BESTIA NERA
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Il Marsiglia arriva dalla vittoria sofferta sull’Auxerre in campionato, dove è secondo a due punti dal Psg, e in Champions ha un punto in meno dell’Atalanta, tre, grazie all’unica vittoria in casa sull’Ajax. De Zerbi con Juric ha un bilancio positivo (tre successi su quattro) però la Dea è la sua bestia nera (7 sconfitte su 9 confronti). In più il tecnico deve fare i conti con infortuni e squalifiche (Emerson Palmieri): "Adesso la Champions sta entrando nella fase più importante, vogliamo fare punti e vincere, perché 3 nelle prime 3 gare sono pochi: avremmo meritato di più a Madrid e a Lisbona. Loro hanno recuperato Lookman ed Ededson che sono giocatori fondamentali. Con il Milan l’Atalanta ha fatto una grande partita sotto tutti i punti di vista, intensità e gioco. Non casco nel tranello della squadra in crisi".
il precedente
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Il Marsiglia due anni fa fu eliminato dalla Dea in Europa League, ma De Zerbi ancora non c’era: "I giornalisti italiani dissero che il Marsiglia era una squadra media? Non sempre dicono la verità. Come voi.. Io so solo che contro l’Atalanta è sempre difficile, ha giocatori e un allenatore forte. Non ho visto la partita di due anni fa ma quella era l’Atalanta che vinse Europa League, era in un momento magico. Speriamo sia un’altra partita e comunque qui finì in pareggio. Non sono felice di andare a giocare la Champions senza 8-9 infortunati e uno squalificato importante, ma le cose belle si fanno nelle difficoltà. Saremo ancora senza Traoré, Gouiri, Balerdi e Weah, quando rientreranno sarà tutto un po’ più facile. Bisogna essere più cattivi e più determinati perché se si superano questi momenti andrà tutto in discesa".
il gioco
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Il tecnico risponde anche alle polemiche sul gioco e la vittoria striminzita sull’Auxerre: "Amo le polemiche, sono venuto qui anche per questo. Ho tanti difetti ma dico la verità. Con l’Auxerre non abbiamo giocato bene però vedo squadre che fanno anche meno di noi per vincere la partita. Abbiamo vinto 29 partite da quando ci sono io, solo Deschamps aveva fatto meglio. Non è tutto perfetto, non siamo mai riusciti a giocare bene come vorrei io, ma certe critiche sono più dure di quello che dice la realtà. Noi cerchiamo sempre di adattarci all’avversario facendo sempre una partita diversa strategicamente, questo non significa andare contro il nostro Dna. Ci sono dei momenti in cui devi anche difenderti".
specchio velodrome
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Il caldissimo Velodrome può diventare un valore aggiunto: "Lo conoscevo già dal Brighton ed è uno dei motivi per cui sono venuto qui. È caldo ed esigente, sta a noi far giocare anche i tifosi. È un privilegio giocare qui. Il Velodrome è come lo specchio, come ti presenti ti dà indietro. Se arrivi con personalità e autostima ti torna indietro tutto il bello, così come se entri con paura e poca voglia di lottare. I giocatori lo hanno capito e si sono adattati. Io percepisco la loro voglia di venire a giocare in casa. C’è il gusto di giocare qua".
speranza mondiale
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Infine lo status del calcio italiano: "Domenica ho visto Brest-Lione e non Milan-Roma, il campionato francese è molto forte e molto livellato, oltre che sottovalutato, ha giocatori forti e stadi pieni, c’è molta passione. Il campionato italiano è sempre affascinante e io ho sempre un occhio per il mio paese. Spero che riusciamo a qualificarci per il Mondiale e poi da lì si possono fare tanti altri discorsi".








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