Dakar 2026: percorso, tappe favoriti, categorie e tutte le novità dell’edizione più completa di sempre

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Il saudita Al Rajhi difende il titolo in un’edizione durissima: 8.000 km, tappe maratona rinnovate, percorsi separati e una carovana di 325 mezzi. Castera: "Avventura e scoperta restano l’essenza"

Maria Guidotti

14 novembre - 08:48 - MILANO

Ci sono cose che i soldi non possono comprare. Lo sa bene il saudita Yazeed Al Rajhi, vincitore della Dakar 2025 su Toyota. Pilota miliardario, Yazeed potrebbe comprare quasi tutto considerata la potenza economica della famiglia, ma non una vittoria del rally più massacrante al mondo. Gli ingredienti che hanno reso la celebre Parigi Dakar - un’icona nel mondo dei rally raid - non cambiano: un’avventura estrema alla scoperta dell’ignoto. Gli organizzatoti francesi di A.S.O. (Amaury Sport Organization) sono stati bravi a mantenere alto il mito di una corsa che ha esplorato tre diversi continenti: Africa, Sud America e Medio Oriente.

Il tracciato

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Giunta al settimo anno in Arabia Saudita, la conoscenza profonda del territorio ha permesso al Direttore del Rally David Castera di disegnare un tracciato che soddisfa le esigenze di una gara durissima per i piloti, ma più sostenibile per i team di assistenza con quattro tappe a margherita, oltre alla partenza e l’arrivo da Yanbu sulle coste del Mar Rosso. Un anello di 8.000 chilometri, di cui 4.900 contro il cronometro farà da teatro a quella che lo stesso Casterà ha definito “una delle edizioni più complete e bilanciate di sempre”. Nonostante le sue grandi responsabilità, Castera continua a fare le ricognizioni e a disegnare il tracciato. “E’ la cosa che amo di più. il lato creativo del rally. Amo trovare quei passaggi sconosciuti, trovare il giusto mix tra rocce e sabbia, così come trovare ogni volta delle soluzioni per sorprendere i partecipanti e tenere alta l’avventura, l’ingrediente principe di questo rally”, ha commentato David, che è stato pilota moto e auto, prima ancora di passare a dirigere il rally più iconico al mondo.

La carovana

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325 veicoli si schiereranno al via il 3 gennaio prossimo a Yanbu per farne ritorno il 17 dopo aver esplorato l’intero Paese: 118 moto e 207 vetture suddivise nelle varie categorie FIA (72 Ultimate, 37 Challenger, 43 SSV, 8 Stock e 47 camion). A questi si aggiungono 97 veicoli iscritti nella Dakar Classic — 74 auto e 23 camion — pronti a rivivere la leggenda con un tracciato record di 7.348 km.

avventura

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L’edizione 2026 manterrà i tratti distintivi del rally: tappe estreme, navigazione complessa, sabbia infinita e scenari mozzafiato. Ma proporrà anche novità importanti. A metà della prima settimana torneranno le tappe maratona in versione rinnovata: i concorrenti dormiranno in bivacchi “essenziali”, senza assistenza esterna, affidandosi solo alla solidarietà dei compagni. La tappa 7, la più lunga con ben 925 km totali di cui 336 di speciale, sarà il banco di prova decisivo prima del giorno di riposo a Riyadh. La corsa ripartirà poi alla volta di Wadi Ad-Dawasir, con una seconda maratona in stile rifugio e percorsi separati tra moto e auto. La fase finale, da Bisha a Al Henakiyah, promette navigazione insidiosa e colpi di scena fino all’ultimo chilometro. Alla Dakar, lo sanno tutti, basta un granello di sabbia per cambiare la storia.

le novità

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A sorpresa di tutti, il percorso 2026 non si addentrerà nello sconfinato deserto dell’Empty Quarter, teatro di tanti colpi di scena nelle precedenti edizioni. La sabbia però non mancherà, perché questa è la natura del terreno saudita, caratterizzato da arena, dune e rocce affilate che metteranno a dura prova i mezzi al via. Una la certezza: anche quest’anno la Dakar sarà durissima. Il Direttore Castera, preferisce chiamarla “Una Dakar della maturità”. Dal 2019, il francese ha introdotto tantissime novità tra cui il roadbook prima colorato e poi elettronico, la 48Ore Crono, i percorsi separati auto e moto, la Dakar Classic e Mission 1000, laboratorio per vetture green. “Quest’anno abbiamo voluto ottimizzare l’esperienza acquisita, senza stravolgere la corsa. Non mancheranno le sfide. Tra le novità. le due tappe “maratona-rifugio”, un ritorno alla corsa delle origini quando i piloti, veri avventurieri affrontavano le insidie del deserto senza i team di assistenza come li intendiamo oggi. Non solo, i percorsi separati tra auto e moto che complicano tantissimo il lavoro di stesura dei road book, renderanno la gara delle auto ancora più interessante e il rally in generale più sicuro”.

la corsa

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Nelle auto, Yazeed Al Rajhi, è chiamato a difendere il titolo, ma in casa Toyota dovrà vedersela con il fortissimo sudafricano Henk Lategan. Si preannuncia fortissimi anche lo squadrone Ford (Carlos Sainz sr, Mattias Ekstrom, Nani Roma e Mitch Guthrie), pronto a lottare per la vittoria. Si rafforza anche Dacia che oltre ai confermati Nasser Al Attiyah, Sebastian Loeb e Cristina Gutierrez, schiera il neo campione del mondo rally raid Lucas Moraes. Nelle moto, KTM parte da gran favorita forte di una stagione perfetta: l’australiano Daniel Sanders ha vinto tutto: dopo aver trionfato lo scorso gennaio si è aggiudicato anche il titolo di Campione del Mondo Rally Raid nelle due ruote. La Honda però non ci sta e ha tutte le carte per tornare protagonista. La vittoria del Rally del Marocco da parte dello spagnolo Toscha Schareina, la velocità di Ricky Brabec e l’esperienza di Adrien Van Beveren ne sono la conferma. Da non sottovalutare neanche Hero Motorsports con Ross Branch, secondo nel 2024, Ignacio Cornejo fortissimo navigatore – e il giovane Tobias Ebster. La Dakar vedrà anche il ritorno di Mr Dakar, Stephane Peterhansel sul nuovissimo Defender al debutto nella categoria. il Defender sfiderà Toyota nella classe T2. “Non sarà facile, dobbiamo restare modesti, ma partiamo con il desiderio di fare il miglior risultato possibile. Dalla mia userò la mia esperienza”, ha confessato Peterhansel.

Next Gen e Mission 1000: la Dakar del futuro

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La Dakar 2026 non guarda solo al presente, ma punta con decisione al futuro. La Mission 1000, banco di prova per tecnologie sostenibili, vivrà la sua terza edizione con sette moto completamente elettriche e un camion ibrido alimentato a idrogeno e biodiesel. Tornano i Segway con batterie più performanti, i “Leopardi Artici” spagnoli e le Stark Future, simbolo della nuova era elettrica. Il camion KH7, già protagonista nelle ultime due edizioni, si conferma icona della sfida “green” nel deserto.

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