Il rivoluzionario sistema per lanciare i velivoli, per ora utilizzato solo dalla USS Gerald R. Ford, è il punto di forza della nuova gigantesca unità cinese, lunga 372 metri e larga 40, spinta da otto motori a vapore
Maurizio Bertera
15 novembre - 09:16 - MILANO
Siamo ancora lontanissimi dalla potenza della flotta americana che può contare su undici unità, ma l'entrata in servizio effettivo - a tre anni abbondanti dal varo ufficiale - della portaerei cinese Fujian non è passata inosservata. Inizialmente nota come 'Tipo 003", la Fujian è la terza portaerei operativa dopo la Liaoning (ex-portaerei sovietica) e la Shandong (simile ma costruita in Cina), entrate in servizio rispettivamente nel settembre 2012 e nel dicembre 2019. Fujinan è anche la prima unità cinese definita “superportaerei”, termine informale che designa quelle di stazza superiore alle 80.000 tonnellate. Le dimensioni sono imponenti: 372 metri di lunghezza fuori tutto e 300 al galleggiamento, 76 metri di lunghezza fuori tutto e 39,5 al galleggiamento, 9 metri di pescaggio. Ma soprattutto - lo si è visto da filmati diffusi dal Governo cinese - può contare sulle rivoluzionarie catapulte elettromagnetiche: tecnologia che sembrava riservata solo alle portaerei a propulsione nucleare, capaci di generare sufficiente energia per supportare il decollo degli aerei. Invece la Fujian naviga grazie a otto caldaie a vapore capaci di generare 220mila Cv di potenza, che ne fa la più grande nave da guerra del mondo a propulsione tradizionale.
I VANTAGGI DELL'EMALS
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Per la storia, la prima portaerei a utilizzare le catapulte elettromagnetiche è stata la USS Gerald R. Ford - la più grande e moderna al mondo, a propulsione nucleare - che attualmente si trova al largo del Venezuela, pronta - pare - a essere il centro dell'operazione statunitense contro il narcotraffico dall'America Latina. La catapulta è sempre stata utilizzata sulle portaerei: la pista è infatti troppo corta per far sì che l'aereo acquisisca la velocità necessaria per il distacco da terra. A oggi la tecnologia più utilizzata è quella della catapulta a vapore, sperimentata per la prima volta nel 1949 sulla portaerei britannica Perseus. Nell'istante del decollo, i pistoni situati sotto il ponte di volo vengono spinti in avanti dal vapore ad alta pressione fornito dalle caldaie dell’apparato motore della portaerei e la spinta, attraverso il gancio, viene così trasmessa all’aereo. La catapulta elettromagnetica, ribattezzata Electromagnetic Aircraft Launch System (Emals) punta a soppiantare il vecchio sistema. Il principio di fondo rimane invariato, ma in questo caso, quando vengono rilasciati i fermi, il sistema di aggancio che serve per lanciare l'apparecchio si muove a tutta velocità lungo le rotaie trainato da una forza elettromagnetica. L'Emals, che è stato sperimentato per la prima volta nel 2010, risulta molto più flessibile rispetto alla catapulta a vapore: non richiede di essere riconfigurato a seconda del velivolo da lanciare e quindi può far decollare indistintamente un grosso caccia o un piccolo drone.
I DUBBI DI TRUMP
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Inoltre, il sistema consente decolli più rapidi e con carichi più pesanti per i velivoli, aumentando la loro capacità di combattimento. Va peraltro sottolineato che il presidente americano Donald Trump ha recentemente dichiarato di voler tornare al più tradizionale sistema a vapore, giudicando quello elettromagnetico troppo costoso e difficile da mantenere. Invece, guardando le immagini diffuse da Cctv, sulla Fujian tutto sembra funzionare a meraviglia e si vedono i lanci dei nuovi velivoli da combattimento stealth J-35, dei caccia J-15T e dell'aereo radar KJ-600, progettato per il coordinamento operativo. Le prove di lancio e di atterraggio assistito di questi velivoli, completate a settembre, hanno segnato una nuova tappa nella piena operatività. Fonti di intelligence occidentali stimano che Pechino possa arrivare ad avere fino a sei portaerei operative entro il 2035, anche se il governo cinese non ha mai confermato ufficialmente tali piani. Le immagini satellitari indicano tuttavia che una quarta unità è già in costruzione. Semmai gli analisti militari hanno notato che la Fujian ha completato le prove in mare in 40 mesi, un tempo considerato rapido per una nave di tale complessità. Come sempre i cinesi fanno della reattività uno dei principali punti di forza, in ogni settore.










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