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Jannik senza più limiti
Il bello è che, tra un paio di mesi, se sorriderà a Sinner anche il cemento newyorkese, potremmo quasi ribaltare la prospettiva. E, magari, dire: Jannik, sei stato a un punto dal Grande Slam in un solo anno, l’impresa che neanche il miglior Nole è riuscito a fare! Dopo Wimbledon l’azzurro non ha più limiti, pensarlo di nuovo campione anche allo Us Open viene quasi naturale, un po’ perché difende il titolo del ‘24 vinto sulla sua superficie preferita e un po’ per il messaggio straordinario lanciato da Wimbledon. La cosa che più ha impressionato nell’impresa del numero 1 al mondo è stata, infatti, la capacità di lasciarsi alle spalle definitivamente, senza alcuna opacità, la delusione terribile del Roland Garros. Quanti altri sarebbero riusciti in così breve tempo? Jannik stesso ha detto che, se non avesse metabolizzato e razionalizzato per bene quella sconfitta in finale a Parigi contro Alcaraz, a Londra non ce l’avrebbe mai fatta. Invece, sull’erba di Wimbledon ha dimostrato una padronanza ormai totale su tutte le superfici, un ritmo da fondo che nelle migliori giornate neanche Carlos riesce a reggere e una forza mentale che nessun evento può scalfire. La capacità di stare sul pezzo dopo ogni risultato, che sia negativo o positivo, drammatico o straordinario, è la garanzia migliore per arrivare a Ny da favorito e provare a vincere il terzo slam su quattro, con tanto di rimpianti per i match point di Parigi. Prima, però, l’altra sfida sarà la difesa del numero 1 del ranking, mai così sotto attacco per le contingenze del calendario: Jannik difende, infatti, 3200 punti tra Canada, Cincinnati e Us Open, Carlaz appena 60…
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