Inter, Milan e Comune di Milano: accordo di massima per la vendita di San Siro

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I due club e il sindaco Sala hanno superato gli ostacoli. L'impianto e le aree limitrofe, al netto di sorprese, saranno ceduti per 197 milioni, con Palazzo Marino che comparteciperà ad alcuni costi

Luca Bianchin

Giornalista

17 luglio - 07:24 - MILANO

Il nuovo San Siro oggi è decisamente più probabile di ieri. Questo mercoledì di metà luglio era il giorno che avrebbe potuto mettere a serissimo rischio il progetto di Milan e Inter di acquistare l’area del Meazza, abbattere quasi totalmente lo stadio e costruirne un altro a fianco. Invece sono arrivate due novità positive per i sostenitori del nuovo impianto. 

La pronuncia del Tar su san siro

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 La prima: il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva relativa alla vendita dello stadio e delle aree circostanti presentata dal “Comitato Si Meazza”. Al centro del ricorso l’interpretazione del vincolo storico-architettonico sul secondo anello: secondo il Comune scatterà il 10 novembre 2025, secondo il Comitato è già scattato. Quest’ultima interpretazione renderebbe impossibile la demolizione e, quindi, tutto il progetto del nuovo San Siro. Secondo i giudici invece “le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza non appaiono implausibili”: nella sostanza, resta valida la data chiave del 10 novembre fissata dalla Soprintendenza. 

Il dibattito legale sullo stadio

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 La partita in tribunale però non è terminata, non solo per il terremoto giudiziario che ieri ha portato alla richiesta di arresto per il noto immobiliarista Manfredi Catella e l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi. «La vicenda è ancora in piedi davanti al Tar, alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e all’Anac», ha detto Luigi Corbani, presidente del “Comitato Si Meazza”. Non solo, il Comitato punterà a far riconoscere un vincolo già esistente sulla tribuna Ovest, facendo leva su un parere della Soprintendenza del 2023 che richiamava la valenza della tribuna come “archivio esposto” per la presenza di alcune targhe ed epigrafi. 

L’accordo club-Comune

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 La seconda novità è altrettanto importante: Inter, Milan e Comune hanno sostanzialmente trovato un accordo sul prezzo dello stadio e delle aree circostanti. Le tensioni sono state superate e si lavora alla definizione dei dettagli legali. Nella sostanza, è a un passo l’accordo per la cessione di San Siro e aree per 197 milioni, cifra stabilita dall’Agenzia delle Entrate, con la compartecipazione da parte del Comune di Milano ad alcuni costi. Quali? Probabilmente quelli relativi a smaltimento e bonifica. La prudenza è obbligatoria ma una strada è tracciata e il tempo stringe. Le ragioni che portano all’accordo sono comprensibili. I due club hanno tutto l’interesse ad avere uno stadio in città e ad averlo in condivisione per dividere i costi. Il Comune deve evitare che le squadre si trasferiscano altrove - per esempio a San Donato, dove il Milan ha già lavorato a un progetto - e San Siro resti un monumento improduttivo, utilizzato saltuariamente per i concerti. 

La clausola

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E allora, si procede con le riunioni. Nel contratto tra Palazzo Marino, Inter e Milan, è probabile che sia inserita una clausola per cui la vendita verrebbe dichiarata nulla se, in futuro, un tribunale dichiarerà già scattato il vincolo. Prudenza, ancora prudenza, con una speranza comune alle tre parti in causa: che gli avvocati, alla lunga, si occupino d’altro. Non facile. 

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