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Due città divise da 50 minuti di treno e da una rivalità accesa. Un banchiere lituano amante dei calciatori lituani. Un club salvato dai tifosi e da una psicologa. Un mefistofelico giocatore d'azzardo che ha capito il calcio. La Ferrari degli algoritmi. Stelle pescate in seconda divisione norvegese, in Slovacchia e alla Sambenedettese. Un bomber kazako in arrivo. Un sistema di gioco che esalta tutti. Un nuovo pretendente al trono nel campionato più prevedibile della storia
Giulio Di Feo
12 novembre - 13:15 - MILANO
"Sempre le stesse facce, come la DC", recitava l'aiuto regista durante il casting in una nota commedia di Dini Risi, che se quel film l'avesse fatto in Scozia prima o poi qualcuno gli avrebbe chiesto in prestito la battuta per il pallone. Perché il calcio scozzese è sempre stato intenso, iconico, essenziale, hipster, maschio e qualsiasi altro aggettivo possa venire in mente, ma in fin dei conti prevedibile come la scena politica italiana a tempi della Balena Bianca. Lo dice la storia: su 129 campionati assegnati, 110 sono stati vinti da Celtic e Rangers, 55 per parte. Di più: sono 40 anni che non si esce dal derby di Glasgow per assegnare il titolo, l'ultima volta toccò all'Aberdeen nel 1985 trascinato dal mitologico bomber Frank McDougall a cui tutti gli infortuni del mondo non impedirono una stagione da un gol a partita. Bene, la notizia è che il titolo di campione di Scozia potrebbe lasciare di nuovo Glasgow e finire a Edimburgo, città rivali tra cui passano 50 minuti di treno e secoli di rivalità economica e culturale asprissima, dove si parlano slang diversi e non si va d'accordo nemmeno per la ricetta del pane o la salsa migliore con cui accompagnare il pesce. In cima alla classifica della Scottish Premiership c'è il cuore sportivo stesso di Edimburgo, l'Heart of Midlothian Football Club, per tutti gli Hearts, che prende il nome da una novella dell'illustre Walter Scott e lo stemma da un mosaico a forma di cuore sul selciato della Royal Mile. Già è capitato che da queste parti qualcuno andasse in fuga generando false speranze salvo poi essere ripreso, ma c'è da mettere subito in chiaro una cosa: questi Hearts non sono un fuoco di paglia. Non sono la preda che si ribella, sono il cacciatore.










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