"Andate a lavorare", "Veniamo a Coverciano": chi sono gli Ultras Italia che contestano la Nazionale

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La contestazione in Moldova che ha fatto infuriare il ct è l'ennesimo episodio di un gruppo che si è sempre "distinto"

Andrea Ramazzotti

Giornalista

14 novembre 2025 (modifica alle 17:18) - CHISINAU

Cori in ricordo di Gabriele Sandri, l'ultras ucciso nel 2007 in autogrill da un colpo di pistola sparato da un agente, quelli a sostegno dei tifosi "daspati" a Euro 2024 e della Sebastiani Rieti, che a ottobre hanno ucciso con un sasso l'autista del pullman dei tifosi del Pistoia Basket, ma anche offese ripetute contro la Figc. Incitamenti alla squadra per un tempo (il primo), poi cori minacciosi tipo "Andate a lavorare" o "Veniamo a Coverciano" che hanno fatto infuriare il ct Rino Gattuso. Gli Ultras Italia in Moldova si sono presi la scena e non ci hanno fatto fare una bella figura. Come Paese. Seguono da anni le gare degli azzurri, hanno un sito internet nel quale elencano le loro "imprese", come quella di girarsi di spalle quando viene suonato l'inno di Israele. L'ultima volta è successo a Debrecen due mesi fa.

BANDIERE ITALIANE

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Ieri sera allo Zimbru di Chisinau erano oltre 500 gli italiani presenti. Tanti tricolori con sopra scritta la città di provenienza di ogni gruppetto. Nessuna sciarpa di ultras legati alle singole squadre della Serie A o delle serie minori. Quando gioca la Nazionale, l'amore per la propria formazione passa in secondo piano. In Moldova tanti ultras erano vestiti di nero: non una novità e neppure una casualità. La matrice politica è di estrema destra. Inutile girarci intorno. Anche se i diretti interessati dicono che la politica con loro e la Nazionale non c'era. Gli Ultras Italia sono nati nel 2000 e nel corso degli anni si sono distinti (non in positivo) per la marcia nera di Sofia nel 2008, con saluti romani, cori per il duce e scontri con la polizia, ma anche per prese di posizione, negli anni successivi, contro gli oriundi e i calciatori di colore con la maglia azzurra (tra gli obiettivi Balotelli). Sono seguiti purtroppo saluti fascisti, nel 2016, con tre tifosi originari di Bari indagati. All'ultimo Europeo tanti sono stati fermati e daspati dalla polizia per il corteo improvvisato a Dortmund con tanto di inno di Mameli e saluti fascisti.

origini

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Gli Ultras Italia arrivano da tutto il Paese, in particolare dal Sud (la Puglia la prima regione) e dal Centro (Lazio in pole). Tra le città spesso rappresentate con bandiere Andria, Galatina, Verona, Casarano, Nardò, Pagani, Massa, Latina, Barletta, Reggio Calabria, Molfetta e Catanzaro. All'estero il fenomeno dei tifosi... della Nazionale è più diffuso, mentre in Italia non ha preso corpo. Almeno numericamente. Di certo da ieri sera i riflettori si sono nuovamente riaccesi sugli Ultras Italia, attivi soprattutto nelle gare in trasferta perché in queste occasioni è semplice l'acquisto dei biglietti. Appena viene reso noto il calendario delle sfide dell'Italia, tanti di loro si organizzano per prenotare voli low cost (quando non è possibile andare in auto o con pullman) e alberghi economici. Comunicano tramite i social o si tengono in contatto, da Nord a Sud, tramite Whatsapp e Telegram. Poi vanno allo stadio per cantare. E come nazione, spesso, non facciamo una bella figura.

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