A Torino niente polemiche: quella superficie che accontenta tutti

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L'ultimo atto della stagione si sta disputando senza lamentele dei tennisti sulle condizioni del campo di gioco

Luigi Ansaloni

14 novembre - 09:07 - MILANO

Veloce, ma non troppo. Il campo indoor dell'Inalpi Arena, dove si stanno giocando le Atp Finals di Torino, sembra per ora accontentare tutti. Fino a ora, nessuna polemica e nessuna accusa, cosa rara negli ultimi tempi, con la questione superfici dominante nel dibattito, soprattutto dopo le parole di Roger Federer e la sua idea di “uniformità” per favorire Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Secondo i rilevi il Court Pace Index (Cpi), ovvero l’indice di velocità del campo, è di 38,9, quasi identico al 39,4 dello scorso anno, che indica una superficie indoor veloce ma non velocissima, apparentemente ideale per tutti i giocatori presenti alle Finals. Per fare un esempio il criticatissimo 1000 di Parigi, giudicato “lento quasi come la terra battuta (parole di Alcaraz)”, si attestava su un Cpi di 35. 

in passato

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Il campo indoor delle Finals di Torino era stato rallentato nel 2024, quando passò dall’essere il più veloce in assoluto nel circuito nel 2023, con un Cpi di 43,8, al 39,4 del 2024, che lo rende appunto una superficie veloce, sì, ma non velocissima. Un ottimo compromesso che sembra accontentare tutti. Nel 2023 c'erano state delle polemiche, con Alcaraz in prima fila, proprio per la troppa velocità del campo e per le palline. Lo scorso anno c'è stato il rallentamento per trovare un migliore equilibrio. Il Cpi si basa su un coefficiente che misura la rapidità di una superficie incrociando due variabili, l’attrito e la restituzione verticale, con dati raccolti direttamente da Hawkeye attraverso il sistema di telecamere a triangolazione. Il Cpi, dunque, mostra la velocità effettiva dei campi misurata durante le partite reali e consiste in una media calcolata sui giorni in cui si disputa il torneo Atp. A differenza di quanto succede con i campi in cemento all’aperto, che diventano più veloci quando sono esposti al sole e al calore e più lenti nelle sessioni notturne, in indoor non esistono condizioni meteo influenti: tutto dipende dalla combinazione tra la tipologia di palle e tra gli strati che compongono la superficie, oltre alle dimensioni del palazzetto (e all'effetto sulla pressione). Dunque, gli organizzatori hanno molto margine per “decidere” la velocità di un campo, non dovendo banalmente avere a che fare con le bizze del meteo.

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