Zuppi: 'Le religioni non siano mai motivo di guerra'

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"Qui c'è un ruolo per le religioni: mai essere motivo di guerra, mai lasciarsi manipolare per la guerra! Restiamo uniti tra di noi in questo anelito di pace che i tanti Abele di questo mondo portano nel cuore. Se non lo facciamo per convinzione e idealità, facciamolo per sopravvivere". Lo ha detto il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel suo intervento all'assemblea inaugurale dell'Incontro internazionale "Osare la pace", promosso dalla Comunità di Sant'Egidio all'Auditorium Parco della Musica. 

"Disarmiamo i cuori. Osiamo la pace per garantire la sicurezza senza le armi. Non confondiamo mai sicurezza e guerra! Che tradimento è quando questo avviene!", ha affermato il cardinale. "Scegliere la pace significa disarmare il cuore da parole e gesti violenti, smaltire i semi di odio, pregiudizi, purificare la memoria, scegliere la giustizia e il perdono, perché solo se disarmati possiamo disarmare".

Secondo Zuppi, "il primo modo per osare la pace è non smettere di cercarla", "altrimenti si finisce per accontentarsi di non avere problemi", e "il risultato è rifugiarsi in quella che Papa Leone ha giustamente chiamato la globalizzazione dell'impotenza". Invece "alla globalizzazione dell'indifferenza si oppone la cultura dell'incontro, alla globalizzazione dell'impotenza si oppone la cultura della riconciliazione".

"Anno dopo anno - ormai sono quasi quaranta - la comunità di Sant'Egidio non ha smesso di farlo. Crede alla pace e osa, con tanti cercatori di pace, perché sa bene che non si vive senza e che la guerra distrugge tutto e tutti, oscura ogni umanità", ha ricordato il cardinale. Per Zuppi, "le stragi sono doppiamente inutili quando non impariamo!". Quini "ascoltiamo il vento e scegliamo la pace. Questo è il problema: bisogna scegliere la pace, combattere la guerra, le sue cause, tutto quello che la favorisce e la rende possibile".

"In questi mesi - ha sottolineato - abbiamo visto nei nostri paesi molte persone scendere in piazza per protestare contro la guerra. E non dimentichiamo che se ognuno è un pezzo dell'unica guerra mondiale, questo ci aiuta a essere attenti verso tutti gli altri. Molti dicono: rassegnati, accettala, la guerra è una triste ma ineluttabile realtà della storia dell'uomo. Addirittura qualcuno pensa che sia necessaria, perché purifica e genera cambiamento". Ma "osiamo la pace perché ascoltiamo la dolente richiesta di aiuto che si leva dalle terre bagnate dal sangue di Abele", ha aggiunto. 

"Mi ha molto addolorato che il Parlamento Europeo in aprile scorso abbia votato una risoluzione in cui si parla di 'educare i giovani' alla guerra", ha detto ancora il cardinale, secondo il quale "quello che l'Europa invece deve davvero insegnare è cercare - umanesimo cristiano e umano - una sicurezza senza armi! L'Europa è nata sul 'jamais plus' e non può certo accettare un'educazione che faccia illudere che se si vuole la pace bisogna preparare la guerra. Prepariamo la pace, altrimenti la guerra ci distruggerà".

Secondo Zuppi, "l'odio non è mai inerte. Per questo va disarmato subito, al suo inizio, prima che si trasformi e si diffonda. Però crediamo che anche la pace è contagiosa". "Non c'è una classifica delle vittime per i morti in guerra. È per loro, ormai senza voce ma che parlano ancora, che oggi siamo qui a osare ancora a parlare di pace", ha concluso. 

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