Il club punta sull’esperienza dell’ex ct per non fallire in questa Champions e qualificarsi alla prossima: quando può lavorare ogni giorno dà il meglio. Ecco la sua probabile formazione
Il matrimonio Juve-Spalletti, per dirla alla Gigi Buffon, s'ha da fare. La benedizione di SuperGigi, uno che conosce benissimo l'ex ct e come pochissimi al mondo la Signora (685 presenze), non basterà per la fumata bianca ma fotografa alla perfezione la corsa al dopo Igor Tudor, esonerato ieri mattina dopo 218 giorni alla guida dei bianconeri. Alla Continassa, dopo una serie di esperimenti, vogliono andare sul sicuro e non c'è dubbio che l'allenatore del terzo scudetto del Napoli rappresenti la migliore delle soluzioni possibili libere e pronte all'uso. Italiano, vincente e con un enorme spirito di rivalsa dopo la bruciatura del divorzio azzurro. Grande esperienza Spalletti, già protagonista con Roma (due volte e 3 trofei), Inter, Zenit (4 trofei) e Napoli (storico tricolore), conosce l'alta quota, è una garanzia e non sarebbe una scommessa - seppur affascinante - come il "piano B" Raffaele Palladino, emergente di lusso dopo le avventure positive con Monza e Fiorentina ma non ancora testato ad altissimo livello. L'esperienza conta sempre e in questo momento un po' di più in "casa Juve". Alla Continassa gli allenatori a busta paga sono già due (Thiago Motta e Tudor, entrambi fino al 2027) e il terzo in arrivo deve avere uno spessore tale da ridurre al minimo cattive sorprese e il rischio di un bagno di sangue. Con Spalletti sarebbero maggiori le probabilità di rimettere in piedi la Champions attuale (2 punti dopo tre giornate) e anche la qualificazione a quella futura: attualmente Locatelli e compagni sono a -3 dal quarto posto dell'Inter e a -6 dalla coppia di testa Napoli-Roma.
juve, la rosa a disposizione di spalletti
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Questione di status, ma anche di feeling tecnico e tattico. Spalletti ha principi chiari, ma sa adattarli alla squadra che ha disposizione. A maggior ragione se ha la possibilità di lavorare tutti i giorni sul campo e non soltanto qualche volta all'anno come gli è successo in Nazionale. La rosa della Juve è un ibrido, soprattutto adesso che Gleison Bremer è tornato ai box per i problemi al ginocchio. Non è omogenea per il 3-4-2-1 immaginato da Tudor, che non a caso ha mal digerito gli acquisti estivi e i mancati arrivi di un mediano di gamba e di un laterale destro alla Molina. Ma sulla carta non è stata costruita per giocare a quattro. Alla Continassa, in realtà, restano convinti che sia adattabile a più telai, anche a quattro. Spalletti è considerato l'artigiano ideale per trovare la forma migliore, anche più di un altro profilo esperto e vincente come Roberto Mancini. Quella quadra che Tudor non ha individuato, girando e rigirando la squadra come fosse un cubo di Rubik.
spalletti alla juve: come giocherebbe
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L'ex ct non è integralista e di solito parte dalla qualità, che nel caso della Signora attuale suona più o meno così: Kenan Yildiz e altri dieci. "Deve stare sempre in mezzo", ha spiegato Michel Platini recentemente. Il turco gioca ovunque, però preferisce il traffico del centro. Spalletti ha esaltato fior di fantasisti e attaccanti e partendo dalla luce di Yildiz potrebbe disegnare un 4-2-3-1 con l'ex Bayern a ballare alle spalle di Jonathan David (o Vlahovic) e due ali ai fianchi: una da uno contro uno (Conceicao) e una d'equilibrio (McKennie). Il rapporto con Manuel Locatelli sarebbe da ricreare dopo gli alti e bassi azzurri, ma Teun Koopmeiners è un giocatore che avrebbe voluto con sé già a Napoli quando il ds era Cristiano Giuntoli. Khephren Thuram potrebbe diventare una versione bianconera dell'Anguissa napoletano. Spalletti potrebbe sfruttare l'abilità con i piedi del portiere Michele Di Gregorio e registrare al meglio il muro difensivo (in Nazionale ha già lavorato con Gatti e Cambiaso), crollato nelle ultime settimane come la pericolosità offensiva: i bianconeri hanno subito 4 reti nelle ultime 3 partite (tutte perse) e sono a secco da quattro gare. Le punte non esultano dal 16 settembre e dalla doppietta di Dusan Vlahovic al Borussia Dortmund. Le alternative al 4-2-3-1 non mancano: dal 4-3-3 stile Napoli scudettato (con Yildiz che parte da sinistra) a un 3-5-1-1 iniziale per rendere più morbida la transizione. Difesa a tre preferita da Palladino, che però a Firenze ha dimostrato di sapersi adattare alle situazioni e ai vari giocatori.








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