Scoperti 20 nuovi virus nei reni dei pipistrelli dello Yunnan. Due imparentati con Nipah e Hendra, ad alto rischio per l’uomo
Francesco Palma
29 giugno - 17:09 - MILANO
Nella provincia dello Yunnan, nel sud-ovest della Cina, i pipistrelli si confermano un pericoloso serbatoio naturale di virus. Uno studio condotto da ricercatori cinesi e australiani, pubblicato sulla rivista PLOS Pathogens, ha scoperto 22 virus nei reni di 142 pipistrelli, di cui 20 mai identificati prima. Due di questi appartengono alla stessa famiglia dei temuti Nipah e Hendra, agenti patogeni responsabili di malattie con tassi di mortalità elevatissimi negli esseri umani: Nipah tra il 45 e il 70%, Hendra del 60%.
Le scoperte dei virus letali
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Quattro anni di studio, cinque zone campione, tutte con un dettaglio in comune: presenza umana, frutteti e animali domestici a stretto contatto con la fauna selvatica. E quindi, alto rischio. “Abbiamo scoperto i primi genomi completi di nuovi henipavirus trasmessi dai pipistrelli, strettamente correlati ai virus Hendra e Nipah identificati in Cina” spiegano i ricercatori, sollevando forti timori: “La loro diffusione tramite urina potrebbe contaminare la frutta o l'acqua, con rischi di trasmissione all’uomo o al bestiame”. L’indagine si è distinta anche per la scelta innovativa di analizzare non le feci, ma i reni degli animali. Oltre ai virus, è stato identificato un nuovo parassita protozoo, chiamato Klossiella yunnanensis, e due specie batteriche, tra cui il Flavobacterium yunnanensis: “Questi risultati ampliano la nostra comprensione dell'infettoma renale dei pipistrelli e mettono in luce la necessità di analisi microbiche a spettro completo su organi finora poco studiati” affermano gli scienziati.

Bombe biologiche
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Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano, da un lato ha invitato alla prudenza, dall’altro però ha posto l’attenzione sui pericoli di questi virus: “Se cerchiamo, troviamo. E oggi, nell’ottica One Health, dobbiamo considerare che virus influenzali e aviari possono trasmettersi ad animali e mammiferi, creando miscelatori di patogeni” ha detto a Repubblica. Il vero problema, però, è a monte: le condizioni in cui i pipistrelli vivono e si muovono. “Stanno a stretto contatto tra loro, il che facilita la trasmissione di agenti infettivi. Nei contesti rurali, dove vivono vicino all’uomo, rappresentano vere e proprie bombe biologiche. Il rischio è alto. Serve un monitoraggio costante”. Lo studio rappresenta un ulteriore campanello d’allarme sul potenziale pandemico nascosto nei serbatoi animali. E rilancia l’urgenza di strategie globali di sorveglianza, capaci di anticipare la comparsa di nuove malattie zoonotiche.