E' uno dei patrimoni più affascinanti di Roma il verde di Ville e giardini cui il museo di Roma Palazzo Braschi ha dedicato una mostra a cura di Alberta Campitelli, Alessandro Cremona, Federica Pirani e Sandro Santolini, aperta fino al 12 aprile 2026. Cinque secoli di verde storico anche meno noto, oppure andato perso nelle trasformazioni radicali subite dalla città nel tempo. Sono esposte a Palazzo Braschi quasi 190 opere, dai disegni ai dipinti, dalle stampe ai manoscritti e poi filmati e installazioni immersive che svelano, grazie agli artisti che hanno ritratto o descritto la capitale, l'aspetto originario degli spazi verdi a partire dalle ville del Cinquecento fino ai giardini del Novecento.
"E' una mostra imponente, con le opere suddivise in 22 sale, - ha spiegato Alberta Campitelli, curatrice della mostra e consulente del sindaco di Roma. - Si apre con il '500, tra nostalgia dell'antico e nuovi modelli ed è il secolo delle ville di papi e cardinali. Prosegue con il Seicento che è invece il secolo delle grandi ville barocche, come villa Borghese, villa Pamphili e villa Ludovisi e dei parchi molto ampi che costellavano la città dell'epoca". Segue il Settecento, con gli ultimi bagliori del barocco e le residenze dotate di giardini alla francese, boschetti sagomati e 'stanze verdi'. "A questo punto si apre una sezione gioiosa, con le ville come scenografie della vita sociale, impiegate per feste e divertimenti e indice di una nuova democratizzazione del verde, con le passeggiate pubbliche che vedono per la prima volta una promiscuità tra classi sociali che le percorrono insieme, - ha precisato Campitelli. - Arriva poi l'Ottocento, secolo triste per le ville di Roma per le devastazioni susseguitesi dall'occupazione francese e i combattimenti tra francesi e repubblicani e, dopo il 1870, dalle esigenze di Roma capitale. E' il periodo delle distruzioni anche feroci, basti pensare a villa Ludovisi, villa Montalto e così via".
La sezione sul Novecento è dedicata ai giardini romani tra propaganda, distruzioni e nuovi modelli. E' del 1903 l'apertura al pubblico di villa Borghese collegata alla Passeggiata del Pincio. Ha proseguito Campitelli: "Dopo la tragica parentesi della guerra, Roma ha avuto una grande trasformazione con il fascismo che, nonostante tutto, incrementa notevolmente i giardini pubblici perché Mussolini capisce il valore propagandistico del verde. Ogni anno, con la ricorrenza del Natale di Roma, dal 1924 al 1938, viene infatti inaugurato un giardino, come Villa Glori, Parco Savello, Colle Oppio, parco Virgiliano, villa Paganini e così via, tutti raffigurati nella mostra. Siamo alla valorizzazione del primato del giardino italiano con lo svolgimento di mostre dedicate, raccontate qui grazie a filmati e fotografie".
L'organizzazione è di Zètema Progetto Cultura, con il contributo di Euphorbia Cultura del Paesaggio e il catalogo è edito da L'Erma di Bretschneider.
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