Trump, inversione a U sull'agenzia statunitense per l'ambiente

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Proposta l'abolizione della relazione sui gas serra alla base di tutti i provvedimenti legislativi dal 2009. L'impatto su auto elettriche ed estrazione di gas e petrolio

Chiara Marchisio

1 agosto - 14:57 - MILANO

Quello di Trump alle politiche climatiche è un approccio sempre più radicale. Martedì 29 luglio è arrivata la proposta di ribaltare, tramite l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (Epa), i risultati del cosiddetto “endangerment finding”, una relazione scientifica del 2009 che determina quali sono i gas serra nocivi ad ambiente e salute. Il documento è alla base, insieme alla Clean Air Act (la legge sull’aria pulita aggiornata periodicamente dagli Anni 60 in poi), di tutti gli interventi legislativi mirati a ridurre le emissioni inquinanti, incluse quelle dei veicoli. L’Epa è un’agenzia del governo federale degli Stati Uniti istituita da Nixon negli Anni 70, il suo amministratore è nominato dal presidente. Quello attuale, Lee Zeldin, è in carica dal 29 gennaio 2025. Ha definito l’abolizione dell’endangerment finding “la più grande azione di deregolamentazione della storia degli Stati Uniti”, proprio per l’impatto del provvedimento su più settori. 

gli effetti sulla transizione

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Verrebbero messi in discussione diversi interventi delle amministrazioni precedenti, come gli standard sulle emissioni inquinanti, simili alle nostre classi Euro, stabiliti da Biden nel 2024 e validi per tutti i modelli in uscita tra il 2027 e il 2032. L’Epa, poi, prevede di bloccare l’implementazione di limiti per le emissioni di metano derivate dall’estrazione di gas e petrolio. Per arrivarci, probabilmente, ci sarà una battaglia legale su più fronti, tra governo, Epa e aziende, che potrebbe durare oltre il mandato di Trump. Ma questa è solo l’ultima di una serie di manovre che rallenteranno la transizione verso le zero emissioni, aumentando l’incertezza per le case costruttrici, statunitensi e non, che devono decidere la propria strategia produttiva

la fine degli incentivi

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Il mantra “end the EV mandate” (revocare l’obbligo di veicoli elettrici) della campagna elettorale, temporaneamente ammorbidito dopo l’arrivo di Elon Musk tra i sostenitori del Tycoon, sta diventando realtà. Oltre a imporre dazi (previsti per le auto con tutte le motorizzazioni prodotte fuori dagli Stati Uniti), Trump ha cancellato la legge californiana che prevedeva lo stop ai veicoli termici nel 2035. Con il Big Beautiful Bill di luglio, è stato abolito il credito d’imposta di 7.500 dollari (circa 6.500 euro) che permetteva agli americani di ricevere un contributo per l’acquisto di auto elettriche. Anche le multe per i costruttori che non rispettano il tetto di emissioni annuali sono state cancellate, così come il sistema a crediti di carbonio secondo cui le aziende meno inquinanti potevano vendere emissioni alle altre. Il programma si era rivelato una fonte di ricavo per aziende come Tesla che nel 2024 avrebbe venduto crediti per 2,8 miliardi di dollari (2,45 miliardi di euro). Per Musk, la sua abolizione, “concede sussidi alle industrie del passato danneggiando gravemente quelle del futuro”. Sulla nuova proposta dell’Epa non si è ancora espresso ufficialmente, ma era già chiaro: l’intesa tra i due è svanita.

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