Torna a casa, Ancelotti! Con il Real è finita, Milan e Roma potrebbero approfittarne

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Il Brasile corteggia da tempo il tecnico del Real, ma in Italia ci sono le sue squadre del cuore in cerca di una nuova guida tecnica...

Marco Pasotto

Giornalista

19 aprile - 10:11 - MILANO

Non troverebbe più Galliani che gli canta Venditti – "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano" -, ma Carlo Ancelotti si riapproprierebbe certamente di un pezzo importante di cuore. A Milano, come a Roma. Suggestione? Ipotesi? Pista davvero percorribile? O è bello anche soltanto immaginarlo? Siamo nel campo delle domande da cento milioni di dollari, ma il pensiero è lecito: ora che nel cielo di Madrid le stelle sono diventate fioche – praticamente messo alla porta dal popolo blanco, triste conferma che la riconoscenza e il pallone il più delle volte abitano pianeti diversi -, perché non valutare anche un ritorno là dove quel cuore ha battuto forte in passato? Una domanda che può serenamente essere capovolta e, anzi, messa in questo modo potrebbe essere anche più verosimile: Milan e Roma, perché non pensare al vecchio amico? Chissà, magari è per questo che a Milanello e Trigoria non hanno ancora scoperto le carte per la panchina della prossima stagione.

stile

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Sì, si resta nel campo delle suggestioni, ma è anche vero che il calcio a volte ha la capacità di darvi concretezza. Di trasformare un pensiero stupendo in una solida realtà. Occorre quindi partire da quella che sarebbe la genesi: Carletto a Madrid è a fine ciclo, anche se il contratto scadrà il prossimo anno. L’uscita di scena dalla Champions, decisamente brutale per i raffinati palati madridisti, ha definitivamente fatto deflagrare una situazione che era ormai precaria da un po’. La Casa Blanca vuole divorziare e lui pure, occorre soltanto trovare le modalità più adatte per farlo: in uscita c’è un allenatore che in soli sei anni ha infilato nella bacheca di Florentino Perez quindici titoli, tra cui tre Champions, una delle quali è stata l’agognata Decima. Insomma, occorre lasciarsi con stile. E poi? E poi si aprirà un mondo. Una strada, non da oggi, è quella che porta in Brasile. La federazione verdeoro lo corteggia da tempo e al Mondiale non manca così tanto. La panchina è lussuosa e infatti Ancelotti non è il solo candidato: ci sono anche i portoghesi Jorge Jesus e Abel Ferreira. In realtà Carletto non ha chiuso nemmeno allo scenario più drastico: fermarsi qui, dopo trent’anni trascorsi in panchina costellati di altrettanti titoli. Una cifra mostruosa. Oppure ci sarebbe, appunto, quella terza via che lo riporterebbe in Italia, là dove tutto è iniziato.

Real Madrid's head coach Carlo Ancelotti talks to Real Madrid's Kylian Mbappe during the Champions League playoff second leg soccer match between Real Madrid and Manchester City at the Santiago Bernabeu Stadium in Madrid, Spain, Wednesday, Feb. 19, 2025. (AP Photo/Manu Fernandez)

davanti a tutti

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La Roma, dove si è messo in vetrina. O il Milan, dove si è comprato tutto il negozio. Messa insieme, l’avventura giallorossonera da giocatore conta qualcosa come 387 partite spalmate su otto anni nella Capitale (227 gare) e cinque a Milano (160). Successi ovunque, fra cui pietre angolari delle rispettive bacheche come lo scudetto ‘83 a Roma, le due Coppe dei Campioni e le due Intercontinentali a Milano, arrivando sul tetto del mondo come pochi anni prima aveva pronosticato a lui e agli increduli compagni il visionario Berlusconi. In rossonero il secondo atto da allenatore ha ripercorso le orme del calciatore: di nuovo davanti a tutti in Italia, in Europa e nel mondo. Ma Carlo è molto più di un tecnico dalla bacheca infinita. È un tecnico amato dalle sue squadre e dai suoi dirigenti, uomo di moderazione in pubblico e allenatore che entra nelle teste dei suoi ragazzi al campo. Un tecnico capace di generare microcosmi positivi, di cui Milan e Roma sono famelicamente in cerca per darsi un progetto davvero chiaro e ambizioso. Perché, è ovvio, in città lo accoglierebbero come il Messia, ma sarebbe uno sballo sportivo trasversale fino ai piani alti dei club.

luci e ombre

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Certo, i se e i ma abbondano. Carlo a Madrid guadagna circa 10 milioni netti all’anno, per esempio. E, rispetto a Real o Brasile, Milan e Roma sarebbero per lui una collocazione sportivamente inferiore. A prevalere sarebbe il cuore, la soluzione romantica, così come lui sarebbe il cuore di entrambi i progetti. Di certo RedBird e i Friedkin cambieranno allenatore. Conceiçao terminerà anzitempo a giugno e Ranieri diventerà senior advisor della proprietà. Panchine libere (e dal recente passato turbolento, con gli esoneri di Fonseca e Juric a stagione in corso). A Milano non troverebbe la Champions ma un ambiente che sta tornando a virare verso l’italianità. A Roma ambizioni rilanciate, anche se gravate dai paletti del fair play finanziario. Luci e ombre in entrambe le piazza. Però, decisamente non posti qualsiasi. Ha detto, in passato: "Tornerò alla Roma, sono in debito, mi ha fatto divertire". E anche: "Il Milan ha segnato la mia vita, è la squadra del mio cuore". Perché alla fine, sempre da lì bisogna passare.

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