Test di Misano, la delusione di Quartararo in sella alla Yamaha V4: “Indietro su tutto”

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Di diverso avviso il compagno di squadra Miller: "Capisco la sua frustrazione, ma questo è solo il primo prototipo e serve tempo, anche perché è un progetto completamente nuovo. È ancora presto per emettere un giudizio"

Massimo Falcioni

16 settembre - 09:50 - MILANO

Misano, 15 settembre 2025, ore 9 del mattino. Ultima giornata di test ufficiali per le case e i piloti della MotoGP in questo 2025. Gli occhi degli addetti ai lavori sono puntati in primis verso il box Yamaha, dove ha fatto il suo debutto ufficiale, nel weekend di gara, la nuova M1 con motore V4. Fabio Quartararo e Alex Rins - ancora “in borghese” - osservano i meccanici che scaldano la nuova creatura Moto GP di Iwata. Un esemplare è stato messo a disposizione del team Factory, mentre una seconda moto si trova nel box Pramac, affidata a Jack Miller. Per la cronaca, poi, Fabio Quartararo ha percorso in mattinata alcuni giri in sella alla R1 con motore in linea per poi concentrarsi sul test con la nuova V4. Tuttavia, le sensazioni del pilota francese non sono state particolarmente positive come dichiarato dallo stesso campione del mondo 2021: “La moto V4, come già avevo avuto modo di capire a Barcellona, è ancora indietro a livello di progetto complessivo e pare anche aver perso, rispetto al motore in linea, quello che era uno dei nostri principali vantaggi, cioè la capacità di “girare” facilmente. Allo stato attuale, infatti il propulsore paga ancora qualcosa rispetto al 4 cilindri in linea in termini di accelerazione e velocità di punta, ed anche il lavoro di gestione elettronica e di setup complessivo è da affinare in modo notevole. Paradossalmente a Barcellona con una pista decisamente più fluida, la moto sembrava andare meglio, mentre qui in un tracciato con curve più lente, la moto appare più aggressiva e nervosa”. Del resto, il 14º posto in gara ottenuto domenica, con Augusto Fernandez che ha terminato a oltre un minuto dal vincitore Marc Márquez, evidenzia una condizione tecnica ancora tutta “work in progress”. A fare un po’ da contraltare alle parole di Quartararo è arrivata la dichiarazione di Jack Miller che ha avuto modo di testare la nuova moto per il team Pramac. “Capisco la frustrazione di Quartararo, vorrebbe una moto competitiva, ma questo è solo il primo prototipo e serve tempo. È un rischio? Anche rimanere fermi con il 4 cilindri in linea lo sarebbe stato. È un progetto completamente nuovo, ancora bisogna capire quello che è il bilanciamento della moto e la distribuzione dei pesi. È ancora presto per emettere un primo giudizio”. 

occasione

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Come emerso dalla conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto, tenutasi giovedì scorso a Misano, quasi certamente vedremo scendere in pista la M1 con il nuovo propulsore V4 - in gara - almeno un’altra occasione, se non due. L’intento principale è quello di testare il più possibile “sotto stress” il nuovo motore, per poter poi deliberare la decisione cruciale di introdurre la nuova moto per la stagione 2026. Una tappa fortemente indiziata per vedere Augusto Fernandez di nuovo in pista come wild-card con il nuovo prototipo MotoGP è la Malesia, che con le sue temperature estreme costituirebbe un importante banco di prova. Ovviamente, per Yamaha, il target principale e più a lungo termine sarà quello di creare le basi per essere competitivi nella nuova MotoGP del 2027, in cui la riduzione della cilindrata a 850 cc si combinerà all'abolizione dei dispositivi holeshot e ride-height con una drastica semplificazione dell'aerodinamica, all'introduzione di carburanti 100% sostenibili e al passaggio al nuovo fornitore unico di pneumatici, Pirelli. Sotto il profilo più strettamente tecnico, il progetto V4 prende origine dall'esigenza di risolvere il problema ricorrente di mancanza di grip. Pertanto, la casa di Iwata ha lavorato sulla distribuzione dei pesi generata anche dalla disposizione dei cilindri: le due bancate “neutralizzano” le inerzie l’una con l’altra e l’erogazione risulta dunque più dolce e lineare. La strada da seguire, senza troppi giri di parole, pare quella tracciata anni fa da Ducati. Erogazione lineare della potenza, bilanciamento dei telaio e aerodinamica ottimizzati come un sistema “armonioso” che consenta - sulla carta - di esaltare in ogni tipo di tracciato il comportamento dinamico della moto. 

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Molta attesa c’era anche attorno ad Aprilia, grande protagonista del weekend di Misano con la pole position e la vittoria di Marco Bezzecchi nella Sprint Race del sabato ed il secondo posto in gara di domenica ottenuto ancora dal pilota riminese dopo aver conteso - per tutta la gara - il successo al dominatore del mondiale Marc Marquez. Con i piloti ufficiali, la casa di Noale si è concentrata su alcune idee sviluppate durante i weekend di gara, ma che finora non aveva avuto il tempo di testare. In generale, si è trattato di un lavoro di affinamento con interventi di tuning elettronico e di setup complessivo. In particolare, con Marco Bezzecchi che ha brillato con il terzo tempo finale a poco più di tre decimi dal primo, è stato provato un telaio differente già testato nei mesi scorsi in una specifica configurazione, e che si è deciso di riproporre perché nel frattempo la moto si è evoluta a livello di comportamento in pista. Per quanto riguarda Jorge Martin, invece, ci si è concentrati su tutti quegli aspetti che durante un weekend di gara non si riescono a provare, visto che il madrileno - rientrante da Brno dopo quasi 5 mesi di forzata inattività - è tuttora impegnato nella fase di sgrossatura ed affinamento del “pacchetto” moto. L’obiettivo principale di Jorge - peraltro scivolato alla Quercia - è stato quello di mettere a punto ogni elemento per potersi inserire con costanza nella top 5. Una piccola curiosità: Aprilia ha provato anche una particolare protezione per impedire che lo stivale del pilota possa toccare la catena, e il componente pare abbia soddisfatto i piloti. Assente per il team Trackhouse della Casa Veneta, il giapponese Ai Ogura. Caduto al terzo giro del GP di San Marino di domenica, il pilota giapponese ha riportato contusioni e infiammazione alle dita della mano destra, oltre a dell'infiammazione e gonfiore intorno all'articolazione del polso che ne limita i movimenti. Sotto consiglio dei medici, Ogurà starà a riposo e rientrerà in Giappone nella giornata di martedì, anche se non rischia di dover saltare il GP a Motegi. Sul fronte Ducati, tanto lavoro per Pecco Bagnaia (“supportato” anche da Casey Stoner) alle prese con delle prove di setup comparativo per cercare di avvicinare il più possibile la sua moto alla GP24. Il piemontese, al pari del compagno Marc Marquez, ha provato due differenti soluzioni aerodinamiche. In particolare, sono state testate due configurazioni di carenatura differenti, una con codone dotato di alette e l’altro senza. Marc Marquez, non particolarmente impegnato, ha testato anche varie configurazioni di forcellone, in modo tale da capire meglio quali potrebbero essere le soluzioni ciclistiche ottimali per la nuova GP26. Sulla Desmosedici del collaudatore Michele Pirro, è apparso invece un nuovo modello di cupolino in cui è presente un “tubo di Pitot”. In termini cronometrici, Pecco ha ottenuto l’ottavo tempo finale a fine giornata, a poco più di 550 millesimi dal primo riferimento cronometrico. Il due volte campione del mondo MotoGP è stato anche autore di una caduta alla prima curva, avvenuta nell’ultima ora di test. Marc Márquez, fra i più veloci nel corso della mattinata, ha chiuso il test al sesto posto a poco meno di mezzo secondo dalla vetta. Degna di nota la prestazione del fratello Alex, il quale - dopo aver ottenuto il miglior riscontro cronometrico della mattinata - ha concluso la giornata al secondo posto, a poco più di tre decimi dal giovane spagnolo della KTM. In casa Honda, il test ha visto impegnati oltre a Marini e Zarco, anche il collaudatore Nakagami, che dovrebbe partecipare al gran premio di MotoGP in veste di wild card. La casa dell’Ala Dorata ha testato con i suoi piloti una carena differente, con nuove alette laterali posizionate sotto la sella. Sulla moto di Luca Marini è stata provata anche un’evoluzione di telaio. Assente Joan Mir, ancora dolorante dopo la caduta nelle Pre-qualifiche di venerdì che gli ha condizionato il weekend di gara. Infine, sul fronte KTM, è stata provata una nuova carenatura e si è lavorato sull'aerodinamica complessiva con il tester Dani Pedrosa. C'è stato inoltre un “focus” particolare sulla moto di Enea Bastianini che aveva accusato delle vibrazioni durante le gare del weekend romagnolo. E alla fine della giornata di prove a sorridere è stato proprio il pilota di punta della casa austriaca, ovvero Pedro Acosta. Una piccola “rivincita” per Pedrito, passato dal dito medio della domenica - mostrato dopo il ritiro dovuto alla sfortunata fuoriuscita della catena - al miglior tempo del lunedì. Il ventenne spagnolo, che si è semplicemente concentrato sull’affinamento del setup complessivo della sua KTM, è stato autore del miglior crono di giornata in 1'30"374. Per l'occasione il portacolori KTM ha fatto il vuoto alle proprie spalle, rifilando quasi tre decimi e mezzo al secondo classificato, Alex Marquez. Test utili per tutti. Prossimo appuntamento iridato il 26,27 e 28 settembre a Motegi, Gran Premio del Giappone, pista con un lay-out da “stop&go” favorevole alle caratteristiche delle Ducati che qui, nel 2024, con Pecco Bagnaia si impose sia nella Sprint che nel Gran Premio della domenica e che stavolta è pronta per chiudere in anticipo la corsa al titolo MotoGP di Marc Marquez. Occhio al meteo, perché siamo ancora nella “stagione dei tifoni”.

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