Giocano a basket nel Calendasco, paese alle porte di Piacenza: con massaggio cardiaco e defibrillatore salvano la vita a un uomo
Lunedì scorso, sera. Mattia e Filippo, fratelli, e l’amico Stefano stanno andando ad allenarsi. Giocano a basket nel Calendasco, paese alle porte di Piacenza. Campionato Promozione. L’auto davanti sbanda, si ferma. Esce una donna sconvolta: “Sta male!”. Il marito al volante ha avuto un infarto. I ragazzi riescono faticosamente a estrarlo dall’abitacolo. Chiamano il 118. L’uomo non ha più battito. Mattia e Filippo si alternano al massaggio cardiaco. Stefano corre a cercare un defibrillatore. Lo trova, torna dagli amici che lo attivano. Quando arriva l’ambulanza, il cuore è ripartito. L’uomo si è salvato. Come 15 anni prima, anche allora grazie a un defibrillatore. Fortunato? In parte sì. Il padre dei due fratelli ha un impianto sportivo con piscina e i figli, per prendere il brevetto di bagnino, hanno seguito un corso di primo soccorso. Ma non è solo fortuna e coincidenza.
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Come ci spiega Daniela Aschieri, cardiologa, impegnata nel “Progetto vita” dal ‘98-99: "Oggi Piacenza è la città più cardioprotetta d’Italia: 1 defibrillatore ogni 280 abitanti. Ogni anno istruiamo 5.000 studenti all’uso. I bambini delle elementari imparano giocando. Interrompere un’aritmia potenzialmente letale significa salvare una vita". Piacenza dev’essere l’esempio virtuoso da imitare. Racconta Giulio Lavezzi, coach del Calendasco: "Alleno dei bravi ragazzi. Mattia, Filippo e Stefano sono arrivati in palestra sconvolti. Lo eravamo tutti. Ho detto: ‘Andiamo a casa’". Ieri sono ripresi gli allenamenti. C’era una vita in bilico, come un pallone sul ferro. Tre amici l’hanno salvata. Non c’è vittoria più bella.