Senza stadio e ora anche senza campo d'allenamento: Sorrento, squadra errante e futuro a rischio

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Il sequestro della Ciro Immobile Academy di Torre del Greco toglie ai giocatori - imbattuti da 5 gare e costretti per la terza stagione a disputare le gare interne a... Potenza - di una struttura in cui prepararsi. Il patron Cappiello: "Noi spiazzati, al momento siamo apolidi"

Pietro Scognamiglio

16 ottobre - 10:11 - MILANO

Raccolto in fretta e furia e in attesa di trasloco, il materiale tecnico del Sorrento è stato accatastato ieri fuori dal cancello della Ciro Immobile Academy di Torre del Greco. Il provvedimento giudiziario di sequestro della struttura ha infatti aggiunto una nuova pagina alla diaspora del club che – da quando è tornato in C – ha sempre giocato in trasferta, non avendo mai avuto la disponibilità dello storico Stadio Italia. E ora non sa nemmeno dove allenarsi, al netto della soluzione d’emergenza offerta per i prossimi tre giorni dall’impianto di Terzigno che già ospita la Primavera. Per la stagione in corso, infatti, il club del presidente Giuseppe Cappiello (che ha Msc come sponsor sulle maglie) aveva trovato ospitalità durante la settimana proprio sui campi dell’Academy di proprietà della famiglia del centravanti del Bologna, ex affezionato dopo aver indossato da giovanissimo la maglia rossonera. “Ci siamo trovati ovviamente spiazzati dal sequestro – l’analisi del presidente Cappiello –, siamo alla ricerca di una soluzione che però è difficile da trovare in questo momento della stagione. Non è semplice per noi far fronte a una nuova difficoltà logistica che si aggiunge a quella enorme che stiamo attraversando da tre anni a questa parte, vista l’indisponibilità dello stadio di Sorrento. Stadio che per altro dalla fine della passata stagione è chiuso per lavori di ristrutturazione, poi interrotti da cinque mesi a questa parte. E che quindi è indisponibile anche per gli allenamenti. Allo stato attuale siamo apolidi e con noi lo sono tutti i calciatori della prima squadra ma anche tutti i ragazzi del nostro settore giovanile”. Questo perché a Torre del Greco avevano preso casa, per partite e allenamenti, anche le squadre dall’Under 15 all’Under 18. 

esilio lucano

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In Serie C, ormai per la terza stagione, il Sorrento è quindi costretto a giocare le sue gare interne allo stadio Viviani di Potenza. A ben 150 chilometri da una delle località costiere più belle d’Italia, celebrata dal cinema e dalla musica, capace di attrarre turisti da tutto il mondo ma non di ospitare sul suo territorio un campionato professionistico. In Campania, per ragioni logistiche, campanilistiche e di ordine pubblico (serve sempre l’ok delle Prefetture, per operazioni del genere) non è stato ancora possibile trovare uno stadio adatto. Lo striscione “Il Sorrento a Sorrento”, che i tifosi stanno esponendo in ogni trasferta del girone C, ha dato ulteriore visibilità al problema. Col ritorno tra i professionisti nel 2023, il club ha dovuto cercare una casa provvisoria in attesa dell’adeguamento dello stadio Italia ai criteri infrastrutturali imposti dalla Lega Pro (tra gli altri, l’illuminazione e le dimensioni del terreno di gioco). Vicenda comune ogni estate a diverse neopromosse dalla D, che riescono però a uscirne fuori con una tempistica decisamente minore rispetto a quanto sta accadendo a Sorrento. In prima battuta si era pensato a un partenariato pubblico-privato (il Comune è proprietario dell’impianto), ma il progetto di fattibilità tecnico-economica non convinceva la società. I lavori così sono slittati, rendendo obbligatoria la soluzione Potenza dove la Prefettura del capoluogo lucano ha dato l’ok, al netto dei disagi comunque presenti (stadio in pieno centro città, ovviamente già utilizzato dal club di casa, con le derivanti problematiche di traffico e di ordine pubblico nelle giornate di partita). Tra i costi d’affitto dello stadio Viviani – a cui aggiungere viaggi e ritiri prepartita in Basilicata – e dei campi d’allenamento in giro per la Campania, il Sorrento si ritrova a spendere nella stagione in corso circa 400mila euro extra rispetto alla gestione ordinaria. 

lavori senza fine

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Nello scorso mese di marzo, in ogni caso, sembrava essere arrivata la svolta: tramite un bando pubblico, i lavori di riqualificazione dello Stadio Italia (per circa 7 milioni di euro) erano stati affidati a un consorzio di imprese che aveva preso l’impegno di consegnare il tutto entro la fine del 2025. Un quadro ottimistico – il cantiere era stato effettivamente aperto – subito stravolto da un’altra vicenda giudiziaria: a maggio la Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha notificato misure cautelari tra arresti in carcere e ai domiciliari per 16 indagati, tra cui il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola. Il terremoto giudiziario ha bloccato il cantiere, in attesa della nomina del nuovo Rup (Responsabile Unico del Procedimento). Altra brusca frenata, a precedere però un nuovo tentativo di riaccendere i motori: Rosalba Scialla, commissario straordinario del Comune dopo l’arresto del sindaco (poi scarcerato), poco meno di un mese fa aveva nominato il nuovo ingegnere responsabile dei lavori. Una svolta però solo apparente. La nomina infatti è risultata poi incompatibile a causa di un altro procedimento giudiziario in corso a carico del professionista scelto. Il rimedio adesso è una nuova nomina, attesa proprio in questi giorni, ma è facile intuire come i lavori non siano mai ripresi. Intanto, l’unico posto dove le cose funzionano è il campo: con l’obiettivo della terza salvezza consecutiva, la squadra affidata a Mirko Conte – l’ex difensore della Samp, tra le altre – ha raccolto nelle ultime settimane cinque risultati utili di fila. La vera partita si gioca però altrove: dal club trapela che difficilmente si potrà andare avanti per un'altra stagione – per ragioni economiche, ma anche un po’ di principio – senza avere la garanzia di poter tornare a casa. “Il Sorrento a Sorrento”, come scrivono i tifosi, può diventare la condizione essenziale per portare avanti il progetto sportivo. Rimasto già per troppo tempo senza fissa dimora.

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