Alcaraz e i tatuaggi per le vittorie: "Uno per le Finals? No, voglio quello per la Davis"

10 ore fa 2

Dopo aver immortalato sulla pelle la prima vittoria in uno Slam, il priomo trionfo a Wimbledon, lo spagnolo svela l'obiettivo da qui a fine stagione: "Sono fiducioso che giocherò un buon tennis a Torino. Sono ben preparato, la fiducia c’è, ma preferisco andare con calma"

Martina Sessa

16 ottobre - 13:28 - MILANO

Le tradizioni sono dure a morire, anche per Carlos Alcaraz. Il primo tatuaggio scelto dal campione spagnolo celebra la vittoria del suo primo Slam a New York: “11.09.22”, inciso sulla parte posteriore del braccio, ricorda il trionfo agli Us Open. Poi è arrivata la fragola, simbolo di Wimbledon, accompagnata dalla data del successo del 16 luglio 2023. Infine, sulla gamba è comparsa la Torre Eiffel, omaggio al primo Roland Garros conquistato. Per Alcaraz i tatuaggi non sono semplici disegni, ma segni indelebili che raccontano le sue conquiste. E per la stagione in corso ha già deciso il prossimo obiettivo da imprimere sulla pelle: “Voglio tatuarmi la Coppa Davis”.

obiettivo davis

—  

In occasione della Laver Cup, Carlos Alcaraz aveva confermato la sua presenza per la Coppa Davis: aveva annunciato che sarebbe andato a Bologna, dove si terranno le fasi finali (18-23 novembre). In un’intervista a Marca, il numero uno conferma che il torneo a squadre è il grande obiettivo del suo finale di stagione: “Preferisco farmi un tatuaggio se vinco la Coppa Davis piuttosto che se vinco le Atp Finals”. Se il tatuaggio definisce l’importanza di un torneo rispetto a un altro, però per Carlitos il torneo dei Maestri rimane una tappa importante del suo percorso: “Sono fiducioso che giocherò un buon tennis a Torino. Sono ben preparato, la fiducia c’è, ma preferisco andare con calma”. E così lo spagnolo, sei volte vincitore Slam, può chiudere l’anno come solo lui sa fare: un tatuaggio per lo Us Open e poi chissà.

la rivalità con sinner

—  

Da New York a Bologna, da Londra a Torino, la sfida più attesa su un campo da tennis è ancora la stessa: Alcaraz contro Sinner. Anche a Riad, dove va in scena il Six Kings Slam, Carlos è pronto a dare battaglia al suo rivale: “Spero che ci incontriamo in finale. Non è un torneo ufficiale, ma noi lo giochiamo come se lo fosse. A livello mentale influisce chi ne esce vincitore”. Una rivalità che si consuma tanto in campo quanto nel ranking. Alcaraz ha cercato il sorpasso su Sinner, numero uno a inizio anno, per mesi. Non ha approfittato dell’assenza di Jannik per la squalifica per il caso Clostebol, ma ha rimandato l’aggancio a New York. “Fino a prima dello Us Open non pensavo davvero che avrei riconquistato il numero uno. - spiega il tennista spagnolo a Marca - Era un obiettivo, ma mi sentivo molto lontano. Allo Us Open mi sono reso conto che tornare al numero uno dipendeva da me. Non ho cercato di mettermi sotto pressione. Ho giocato bene fino alla fine e ce l'ho fatta”.

Leggi l’intero articolo