Gli scacchi sono una vera e propria palestra mentale: ecco come il gioco sviluppa la calma e rafforza la salute cognitiva, migliorando l'autocontrollo.
Daniela Cursi Masella
19 aprile - 15:34 - MILANO
Immaginiamo un giocatore che si trova in una posizione critica: il suo avversario ha appena avanzato la regina, minacciando un pezzo chiave. Panico. Decide di muovere subito la torre per attaccare la regina, sperando di spostare la pressione. Ma non ha valutato bene la situazione esponendo il proprio re a un attacco diretto che porta allo scacco matto in due mosse. Ora, immaginiamo lo stesso scenario con un approccio diverso. Il giocatore si ferma, controlla la respirazione e analizza la scacchiera. Invece di reagire d'impulso, considera diverse opzioni e prevede il possibile sviluppo del gioco. Nota che una mossa difensiva con l'alfiere permette di bloccare l'attacco avversario, mantenendo una solida struttura difensiva. Questo gli consente di riprendere il controllo della partita e, qualche mossa dopo, di rovesciare la situazione a suo favore. Gli scacchi rappresentano una vera palestra mentale che, attraverso la sfida e la strategia, rafforzano l'autocontrollo e promuovono una salute cognitiva duratura.
salute cognitiva
—
Nel vasto panorama delle attività intellettuali, il gioco degli scacchi emerge non solo come un passatempo stimolante, ma anche come un potente strumento per potenziare l'autocontrollo e le funzioni cognitive. Recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato come la pratica regolare degli scacchi possa apportare benefici significativi, soprattutto nella prevenzione e nel rallentamento del declino cognitivo legato all’età. Uno studio condotto nel 2019 dall'Università di Alicante (Spagna) ha analizzato l'efficacia degli scacchi nel migliorare le capacità cognitive in pazienti affetti da demenza. I ricercatori hanno scoperto che la pratica degli scacchi può agire come fattore protettivo, migliorando la memoria, l'attenzione e ritardando il declino cognitivo.
Questo gioco è comparso nella lista dell'Università di Modena e Reggio Emilia che, a seguito di una ricerca condotta nel 2020, ha profilato le attività che, unitamente allo sport, contribuiscono a prevenire le malattie neurodegenerative. Proprietà confermata dallo studio del New England Journal of Medicine che, nel 2021, oltre a sottolineare i benefici degli scacchi contro la demenza, ne ha evidenziato l’impatto su autostima, responsabilità e creatività, descrivendoli come uno strumento educativo per una mente equilibrata e resiliente.
autocontrollo
—
Numerosi studi psicologici hanno dimostrato che questo antico gioco ha un impatto significativo sull’autocontrollo. Dall’analisi della risposta allo stress fino alla riduzione dell’impulsività. Uno studio del 2019, intitolato Psychophysiological stress response of adolescent chess players during problem-solving tasks, ha analizzato le risposte psicofisiologiche di 13 adolescenti giocatori di scacchi durante la risoluzione di problemi complessi. I risultati hanno mostrato una riduzione della variabilità della frequenza cardiaca e un aumento dello spettro di potenza theta dell’EEG, durante compiti di alta difficoltà. Questo significa che i giocatori, sotto stress, attivano risorse cognitive superiori, dimostrando una maggiore capacità di gestire la pressione senza cedere all'impulsività. E ancora, uno studio del 2022, Risky Decision Making and Impulsivity in Adolescents’ Chess Players: Does Chess Modify or Induce Risky Decisions?, ha esplorato la relazione tra il gioco degli scacchi e la presa di decisioni rischiose negli adolescenti.

I risultati hanno dimostrato che i giovani giocatori tendono a essere meno impulsivi e a prendere decisioni più ponderate rispetto ai loro coetanei non giocatori. Ciò suggerisce che la pratica costante di questo gioco aiuti a sviluppare una mente analitica e una maggiore capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni prima di agire. La scacchiera, quindi, non è solo un campo di battaglia intellettuale, ma anche una scuola per il Sé.