Rhove: “Il surf è pace e paura, la musica è energia e sensibilità. Sulla tavola porterei LILCR”

14 ore fa 1

Per il rapper 48 ore di surf full immersion a Levanto per riscoprire una passione mai sopita

Francesco Palma

18 settembre - 17:05 - MILANO

Per tutti è Rhove, sulla tavola invece è Samuel Roveda: artista e rapper di mestiere, ma anche grande appassionato di surf nella vita. In quel di Levanto Rhove si è cimentato in una “48 ore di surf”: due giorni di full immersion sulla tavola insieme ai maestri di surf e consulenti Gazzetta Gabriele Raso e Dario Nuzzi per capire quanto si può migliorare lavorando così tanto in poco tempo. Attenzione, Rhove non è certo un novellino sulla tavola, anzi: “La passione è nata da piccolo in Fraancia, grazie a mio padre. Inizialmente mi portava in questo fiume all’uscita di una centrale idroelettrica dove si formava quest’onda artificiale. Avevo 5 anni, poi diciamo che la mia ‘scuola’ si è divisa tra quell’onda, Seignosse (località francese dove era solito andare a surfare, ndr) e la Liguria, anche se dopo i 12 anni tra musica e altri sport ho un po’ tralasciato questa parte. Ho praticato davvero un po’ di tutto: parkour, arrampicata, basket, calcio, anche wakeboard, quindi in qualche modo sono ‘ritornato’ alle onde. Alla fine amo fare sport a contatto con la natura”.

Come sono andati questi due giorni? 
“Siamo andati passo dopo passo per risvegliare i miei ‘muscoli surfistici’, e il secondo giorno siamo andati su onde un pelo più ripide e difficili. Cerco sempre di fare surf quando posso, magari quando sono in vacanza o quando ci sono delle belle onde in Liguria, ma a volte è difficile unirlo ai miei impegni musicali. Quest’anno vorrei dargli più importanza e concentrarmici di più, la considero comunque una parte importante di me”. 

Perché? 
“Il surf è contatto con il mare, con la natura: è questo ciò che mi dà una gioia immensa. Quando entro in mare ho come l’impressione di incontrare una sorella, passarci del tempo insieme: assume quasi una dimensione spirituale e religiosa. E poi la sensazione di ‘sposarsi’ perfettamente con l’onda è unica”. 

Rhove e Gabriele Raso

Questo legame così intenso con la natura è anche una sorta di evasione dalla popolarità e dalla vita di tutti i giorni? 
“Sì. Credo sia una cosa che dovrebbero fare tutti e che personalmente cerco sempre di fare. Evadere, anche solo dal caos della città, è qualcosa che ti permette di restare da solo con te stesso e capire tante cose”.

Cos’è per te il surf? 
“È un flusso. E pace e paura insieme, un po’ come la vita: devi faticare, e quando arriva l’onda giusta devi saperla prendere”. 

E la musica invece? 
“Quando faccio trap è energia, ma amo variare tra i generi, fare musica per me è uno sfogo. Se dovessi trovare una sola parola per descriverla direi sensibilità”.

Rhove impegnato nel surf

Molti tuoi pezzi contengono diverse citazioni al mondo dello sport. Hai mai pensato di dedicare un intero brano al surf?
“Ho scritto una canzone che si chiama Seignosse, e parla proprio del mio passato in Francia e di conseguenza riporta anche alla mia passione per il surf. Ora però vorrei raccontare meglio il viaggio che sto percorrendo, le mie avventure, i miei sport, tutti questi lati che per un po’ ho lasciato indietro. Vorrei far capire che dietro al percorso di un artista c’è un mondo molto più ampio: non solo il rapper di turno che va in studio o in discoteca e basta, vorrei affiancare il mio personaggio a qualcosa di diverso, anche perché sulla tavola c’è Samuel, più che Rhove”. 

Per chiudere. Un collega che inviteresti a fare surf? 
“LILCR. È già pronto anche se non lo sa” (ride, ndr).

Leggi l’intero articolo