Più turnover e la metà dei problemi: così Chivu ha dimezzato gli infortuni rispetto a Inzaghi

2 ore fa 1

Arrivati a questo punto del campionato, lo scorso anno sotto la gestione dell'ex tecnico si erano fermati 8 protagonisti nerazzurri, alcuni in più occasioni. Oggi, solo 5 infortuni ma soprattutto capitati a solo 2 titolari

Gregorio Spigno

Giornalista

15 novembre - 09:24 - MILANO

De Vrij, Acerbi, Carlos Augusto; Barella, Calhanoglu, Asllani, Zielinski; Lautaro Martinez. Un elenco di calciatori nerazzurri che almeno un po' ricorda la formazione dell'Inter dell'anno scorso, ma che in realtà rappresenta la squadra di infortunati poco prima della metà di novembre. Il totale dice ben 10 ko: per arrivare a 11 mancano 3 giocatori, anche se calcolando gli infortuni "doppi" (Calhanoglu e Zielinski) per poco non si raggiunge il numero. Un numero - quel 10 alla voce infortuni - che in questa prima parte di stagione Cristian Chivu e il suo staff (sia tecnico che medico) non solo hanno abbattuto, ma proprio dimezzato. Da 10 a 5 indisponibili, per di più profondamente meno protagonisti rispetto a quelli citati poco sopra. Perché i nerazzurri che fin qui sono stati frenati da problematiche fisiche sono stati Di Gennaro, Palacios, Darmian, Mkhitaryan e Thuram. Solo 2 titolari contri gli almeno 5 del recente passato, dal peso specifico molto meno determinante all'interno del gruppo nerazzurro. In questo senso, Chivu è stato "aiutato" anche dal mercato: Sucic non ha mai fatto rimpiangere Mkhitaryan, e per quanto riguarda invece l'assenza di Thuram, Bonny pare davvero il sostituto ideale. La conta dei punti, invece, si chiude in perfetta parità: dopo 11 giornate, l'Inter di Simone Inzaghi ne aveva 24. Esattamente come l'Inter di Chivu, che però ha dovuto superare un periodo profondamente più complesso non appena si è seduto sulla panchina nerazzurra. 

scienza

—  

Ma come ha fatto, Chivu, a dimezzare il numero degli infortunati? Il segreto sta nel turnover quasi scientifico, nella fiducia piena del tecnico nei confronti dello staff medico interista (mai Cristian si azzarda in rischi pericolosi), nelle alternative più credibili presenti in rosa oggi, negli allenamenti. Perché anche dentro le partite, l'Inter di oggi ha un'autonomia fisica superiore rispetto a quella della scorsa stagione. Uno dei grandi problemi dell'anno passato portava alla gestione del risultato: la squadra di Inzaghi alternava momenti di grande calcio a preoccupanti blackout che si materializzavano troppo spesso. Basti pensare a tutti i punti lasciati per strada: il gol di Pedro contro la Lazio a San Siro, quello di Soulé in Inter-Roma, poi i derby, la rovesciata di Orsolini a Bologna, un doppio vantaggio sciupato a Parma proprio contro Chivu, due punti persi da situazione di vantaggio a Napoli. Insomma, punti che avrebbero cambiato il volto ad una stagione che in finale si è chiusa con zero titoli. Questo era il grande problema dell'Inter, che oggi sembra aver cambiato passo: quando raggiunge il vantaggio, difficilmente si lascia riprendere. E i passi falsi di inizio stagione (Udinese e Juve) hanno insegnato. Una questione non solo mentale - difficilmente l'Inter oggi "si accontenta" con un pizzico di presunzione -, ma anche (o forse soprattutto) fisica. È più alto il ritmo, è aumentata la verticalità non solo nelle idee, e pure chi gli anni scorsi stentava a mettere insieme qualche apparizione da titolare senza essere sostituito (Dimarco) o veniva sostituito al primo cartellino incassato (Bastoni ma non solo) oggi va più forte. Una tendenza che si riflette anche sul piano degli infortuni: più impiegati dentro le partite ma anche più turnover quando l'avversario lo consente; più felici e meno problemi fisici. La mano di Chivu ha toccato anche gli infortuni. Che per fortuna dell'Inter si sono divisi per due.

Leggi l’intero articolo