Conferenza stampa anche per i due esordienti di Inter e Bologna: "Parte di una generazione che non ha mai visto l'Italia ai Mondiali. Dobbiamo conquistarlo"
Il giorno degli esordienti. Dopo la conferenza stampa di ieri di Rino Gattuso, oggi è stato il turno di Francesco Pio Esposito e Giovanni Fabbian (a Vivo Azzurro parlerà Giovanni Leoni, il terzo volto nuovo di queste convocazioni). L'attaccante dell'Inter e il centrocampista del Bologna, un po' emozionati e attenti a misurare le frasi, hanno parlato in sala stampa a pochi giorni dalla gara di venerdì a Bergamo contro l'Estonia (tutto esaurito con oltre 20.000 persone in tribuna). Pio Esposito non ha nascosto la sua soddisfazione: "Sta succedendo tutto molto velocemente e sono contento sia della prima convocazione in azzurro, che è stata un'emozione fortissima, sia dell'esordio con l'Inter. Per me è un momento molto positivo, ma serve sempre equilibrio perché nel calcio può cambiare tutto velocemente. Thuram e Lautaro come compagni? Allenandomi con loro posso solo migliorare perché sono due degli attaccanti più forti del momento. A Lautaro ruberei la fame e la cattiveria: anche in allenamento fa tutto sempre al 100%; a Marcus la semplicità nel saltare l'uomo. Durante tutta l'estate il mio nome è stato chiacchierato sul mercato, ma non ho mai avuto dubbi sulla mia permanenza all'Inter. Io non ho mai avuto il desiderio di andarmene perché arrivare in prima squadra mi ha permesso di realizzare il sogno di una vita dopo il percorso nelle giovanili. Sono contento all'Inter e non volevo fare altre esperienze". Inevitabile il riferimento al fratello Salvatore che a Coverciano è stato prima di lui sotto la gestione di Roberto Mancini: "Cosa mi ha detto? Di godermi l'esperienza senza pensare troppo al resto. I giovani all'estero, soprattutto negli ultimi periodi, vengono lanciati presto. Non so perché, ma il dato è oggettivo". Finale con i ricordi della maglia azzurra: "Faccio parte di una generazione che non ha mai visto l'Italia ai Mondiali e dobbiamo conquistare la qualificazione. Il ricordo più bello dell'Italia legato al mio passato? Il gol di Balotelli, con la sua storica esultanza, nella semifinale degli Europei contro la Germania: quello era il giorno del mio compleanno (28 giugno 2012) e l'ho vissuto insieme agli amici. È stata una festa doppia e speciale. Il mio idolo tra gli azzurri attuali? Scamacca, un attaccante completo. Con Gattuso l'impatto è stato positivo: ha dimostrato di essere carico e di avere tanta voglia di qualificarsi al Mondiale. Ravanelli alla Gazzetta ha detto che come spirito combattivo gli ricordo Mandzukic? Per me è un grande complimento e lo ringrazio".
Fabbian
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Misurato anche il centrocampista del Bologna: "La cosa fondamentale voglio venga fuori di me è l'umiltà, un aspetto che mi piace sempre evidenziare. In campo il mio obiettivo è quello di lavorare e migliorare ogni giorno. Giocare per la Nazionale è sempre per me motivo d'orgoglio ed essere qui è un sogno. Io ho avuto anche la possibilità di giocare con le giovanili ed è sempre un onore indossare questa maglia". Poi una curiosità: "Mi sono iscritto all'università on line, facoltà di Economia, per trovare qualcosa da fare quando finirà la carriera da calciatore che non è lunghissima. I due Mondiali senza l'Italia? Dalla nazionale italiana ci si aspetta che giochi il Mondiale e daremo tutto perché ciò accada. Questa convocazione l'ho vissuta con tranquillità e serenità, anche se è chiaramente un motivo di orgoglio essere qui. Cercherò di mettere a disposizione del gruppo tutte le mie caratteristiche. Italiano mi sta dando una grande mano per completarmi e con lui lavoro bene. Io sono a sua completa disposizione: cerco di ascoltarlo e di imparare".sizione: cerco di ascoltarlo e di imparare".
libro
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La conferenza di Esposito e Fabbian è stata preceduta dalla presentazione del libro «Quei favolosi anni in cui diventammo azzurri», scritto da Paolo Corbi dell'ufficio stampa della Federazione. Il volume, di 224 pagine, racconta la storia delle nazionali giovanili attraverso 55 giocatori che sono passati dalle nazionali minori prima di arrivare in azzurro. Tra le storie quelle di Mancini, Prandelli, Gattuso, Baggio, Cannavaro, Bergomi, Buffon, De Rossi, Gilardino, Nesta, Oriali e tanti altri. All'evento ha partecipato il presidente della Figc Gabriele Gravina: "Non sono mai stato tifoso di nessun club - ha spiegato il numero uno della Federcalcio - e nel mio cuore di tifoso c'è stata solo la Nazionale Italia Under 21 perché da capo delegazione ho vissuto momenti eccezionali e indimenticabili con la vittoria dell'Europeo. Speriamo che l'Under 21 continui a dare linfa alla nazionale maggiore in termini di giocatori ed entusiasmo". Felice Corbi: "Non era facile ricostruire questa storia - ha ammesso -, ma tutti ci hanno dato una mano e abbiamo raccontato una favola azzurra che è iniziata nel 1948 con le prime partite delle formazioni giovanili e va avanti a distanza di quasi 80 anni".