La Camera dei Deputati aveva
finalmente deliberato che Vittorio Sgarbi fosse processabile in
una causa di richiesta danni per ingiurie, ma il tribunale
civile di Firenze ha dichiarato estinto il processo e il critico
d'arte - che peraltro oggi compie 73 anni - ne esce senza essere
sottoposto al giudizio.
Motivo, i tempi lunghi della risposta della Camera al
tribunale e la contestuale, tardiva richiesta di prosecuzione
della causa. Condizioni che hanno portato la giudice Liliana
Anselmo a fare sentenza il 7 maggio 2025 per un nulla di fatto.
Sgarbi, per la Camera, non avrebbe goduto dell'immunità
parlamentare per frasi pronunciate contro la presidente di
Italia Nostra, Mariarita Signorini, in una trasmissione a Radio
Radicale del 19 ottobre 2019. Il dibattito era sull'esportazione
all'estero dell'Uomo vitruviano di Leonardo, dalle Gallerie
dell'Accademia di Venezia al Louvre per una mostra. Sgarbi
definì Signorini "oca giuliva", "demente", "morta di sonno",
"gallina", "incapace". Signorini citò Sgarbi in giudizio
chiedendo un risarcimento danni di 50.000 euro.
In corso di causa il tribunale di Firenze chiese l'11 aprile
2022 alla Camera se le frasi pronunciate da Sgarbi fossero da
considerarsi dette nell'esercizio delle sue funzioni di
parlamentare, quindi coperte da immunità, oppure no. Il processo
poteva rimanere sospeso solo 90 giorni di tempo in attesa della
delibera della Camera (giunta delle autorizzazioni e poi
l'aula), invece la decisione è arrivata molto dopo, il 25
settembre 2024 quando la Camera dette disco verde al tribunale
di Firenze a processare Sgarbi valutando le sue parole contro la
Signorini ben oltre la continenza richiesta nell'esercizio del
diritto di critica. Per la Camera tali frasi non rientravano nel
"nesso funzionale" ammesso nell'esercizio dell'attività di
parlamentare anche perché pronunciate fuori da Montecitorio e
non nell'aula parlamentare. Tuttavia, in accoglimento
dell'eccezione del difensore di Vittorio Sgarbi, la giudice
Anselmo ha chiuso il processo dichiarando "l'estinzione del
giudizio" poiché la sospensione della causa non poteva durare
tutto questo tempo - quasi due anni e mezzo dalla prima
richiesta alla Camera alla risposta con delibera -; inoltre
Mariarita Signorini ha ripreso la sua attività processuale molto
dopo il termine previsto, manifestando di voler andare avanti
con la causa solo il 3 ottobre 2024 quando invece - spiega il
tribunale di Firenze - avrebbe dovuto farlo al massimo entro l'8
ottobre 2022.
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