Paolo Virzì alla Festa di Roma: "In 'Cinque Secondi' il dolore di chi riparte dal buio"

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Il regista toscano dirige Valerio Mastandrea in un film che unisce commedia, dramma, ecologia. "Con chi avrei potuto sostituirlo? Con nessuno, mi sarei fermato ad aspettarlo"

'Cinque Secondi' "è un film dolorosissimo. Ma dentro c'è anche la fiducia verso la possibilità di riparare, di generare accudimento anche dopo il dolore e il lutto. Il presupposto della storia era ripartire dal buio, dall'abisso di una persona e capire cosa succede nel suo animo". Paolo Virzì presenta così oggi alla Festa del Cinema di Roma 'Cinque Secondi', che racconta la storia di Adriano Sereni (Valerio Mastandrea) un uomo misantropo e scontroso che vive nelle stalle di una villa in rovina in Toscana. La sua solitudine voluta viene interrotta dall'arrivo di un gruppo di ragazzi, che occupano la villa per riportare in vita il vigneto abbandonato. L'iniziale diffidenza si trasforma per l'uomo in un percorso emotivo potente. "L'intento -spiega Virzì- era quello di scoprire i dilemmi dentro il protagonista. Cosa vuol dire essere un padre, generare dei figli, cosa è una famiglia e come ridiscutere questo concetto".

La storia si snoda attraverso le vicende dell'uomo, il cui passato emerge pian piano scoprendolo coinvolto in modo misterioso nella morte della giovane figlia. Ambientato nelle campagne toscane, seppure "una campagna non melensa e rassicurante come di solito viene raffigurata la Toscana, ho evitato il 'Chiantishire' -spiega Virzì- E' un cespuglio selvatico che poi viene curato e produce frutti", curato da "ragazzi portatori di un mondo nuovo che poi diventano alleati della rinascita di questo uomo che sembrava perduto". Al volto di Valerio Mastandrea, Virzì aveva pensato immediatamente. "Valerio quando l'ha letto mi ha detto 'famolo Pa'. Ne aveva bisogno, e anche io. Con chi avrei potuto sostituirlo? Con nessuno, mi sarei fermato ad aspettarlo".

Valerio Mastandrea, alla sua quinta volta in un film del regista toscano, conferma: "Mi sono commosso nella lettura e stavolta sono stato travolto dalle emozioni, ho capito che era un ruolo che dovevo interpretare -spiega- E' forse il personaggio più vicino a me che ho fatto nella mia carriera. Un personaggio malinconico, buio, che con Paolo riusciamo a tenere ma contaminandolo in quel modo 'allegro di essere patetici'". Tra i temi del film, si sviscera quello del ruolo di padre del protagonista, sia nel rapporto con i figli naturali che in quello con la giovane Galatea, con cui sviluppa una relazione paterna e apprensiva. "E' un film sulla colpa e sulla cura", dice Mastandrea. Il vero tema "di chi è padre oggi è misurarsi con se stessi e sentirsi all'altezza. Io da padre mi accorgo che la croce casca sempre sulle donne. Il padre ce l'ha egoriferita".

Su Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della fidata collaboratrice che sostiene Adriano e lo accudisce teneramente, Virzì racconta di aver avuto "la speranza che Valeria accettasse il ruolo. Non si era convinta subito". Lei conferma: "Mi ha ricattato, mi ha detto 'se non lo fai mi butto dalla finestra. Ho chiesto: a che piano abiti?", scherza l'attrice. Il personaggio "l'ho abitato entrando nell'universo di Paolo con grande piacere e anche con l'obbligo alla luce -spiega Bruni Tedeschi- Nei film di Paolo sono obbligata ad essere in contatto con la luce dentro di me e con una certa gratitudine verso la vita che a volte dimentico".

Nel cast, per la prima volta sullo schermo, nel ruolo della 'leader' del gruppo di ragazzi cui il protagonista man mano si affeziona, la giovane toscana Galatea Bellugi. "Non la conoscevo ma l'avevo vista in 'Gloria', conoscendola ne sono rimasto affascinato, ho scoperto che può far parte della famiglia cinematografica a cui sento di appartenere con quelle ambivalenze che ci piacciono, ironia e tragedia, umorismo e dolore". Poi c'è stato "il culo di scoprire che ha fatto le sue vacanze d'estate a Manciano, ed era anche maremmana", dice Virzì. E lei spiega: "Il mio personaggio è una leader, anche arrabbiata. Sono grata di avere avuto la possibilità di giocare su questo, è una parte che solo mia sorella conosceva, quella della rabbia".

La pellicola tocca tra le altre anche la tematica dell'ecologia, del green, cui Virzì è legato: "I ragazzi che scendono in piazza sono tantissimi, mi affascina l'idea che ci possa essere un'idea di salvezza in queste nuove generazioni, che mettono in discussione le nostre certezze". E sul finale 'aperto', che svela e non svela l'esatta dinamica che ha portato alla morte della figlia del protagonista, Virzì scandisce: "Il grande dilemma che si porta dietro Adriano, 'perché hai esitato', mi piace lasciarlo misterioso, io ho una mia idea ma affido agli spettatori l'interpretazione". La pellicola, prodotta da Greenboo e Indiana in associazione con Vision Distribution e Motorino Amaranto, sarà nelle sale dal 30 ottobre. (di Ilaria Floris)

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